Don Felice La Rosa, ex sacerdote di Zungri, finisce ai domiciliari nella sua abitazione di Calimera nell’ambito di un’inchiesta dei poliziotti del Commissariato di Gioia Tauro
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Atti sessuali con minori stranieri. Con questa nuova accusa i poliziotti del Commissariato di Gioia Tauro hanno tratto in arresto a Calimera (frazione di San Calogero, in provincia di Vibo Valentia) don Felice La Rosa, 44 anni, di Calimera, ex parroco di Zungri.
In cambio di denaro, l’ex parroco è accusato di aver avuto rapporti sessuali con un sedicenne, mentre per l’altra contestazione il delitto è tentato. Don Felice La Rosa è stato posto agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Calimera in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Reggio Calabria. La nuova inchiesta nasce da un controllo sul territorio effettuato lo scorso anno dai poliziotti del Commissariato di Gioia Tauro che hanno sorpreso in auto l’ex parroco con un sedicenne di nazionalità bulgara. Da lì l’avvio delle indagini e la scoperta di atti sessuali del sacerdote con minorenni bulgari – fra Rosarno e San Ferdinando – dietro il pagamento di somme di denaro. L’ex parroco è difeso dagli avvocati Guido Contestabile e Pietro Antonio Corsaro.
Al termine della precedente inchiesta “Settimo Cerchio” della Squadra Mobile di Vibo Valentia, don Felice La Rosa è stato condannato in via definitiva a 2 anni e 4 mesi (pena già scontata) al termine di un’indagine che ha fatto luce su un giro di prostituzione minorile e corruzione di minore. Quale pena accessoria, don Felice La Rosa è stato interdetto in perpetuo da qualsiasi ufficio attinente la tutela e la curatela e da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché da ogni ufficio o servizio in istituzioni o strutture pubbliche o private frequentate abitualmente da minori. Il parroco ed un pensionato, in tale caso sono stati condannati per aver avuto rapporti sessuali con minorenni – reclutati dal bulgaro Miroslaev Iliev – dietro pagamento di 50 euro a prestazione. Venti euro sarebbero state trattenute dal bulgaro e 30 da un ragazzo minorenne. Don Felice La Rosa è attualmente imputato anche in altro processo per il reato di detenzione di materiale pedopornografico in ingente quantità, realizzato utilizzando minori di 18 anni. Sul suo telefonino, sequestrato il 16 novembre 2016, gli investigatori hanno infatti trovato 132 immagini pedopornografiche.