Il gup Francesco Campagna si è ritirato in camera di consiglio e tra alcuni giorni comunicherà le decisioni nei confronti di presunti boss e gregari delle principali famiglie mafiose della città dello Stretto
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È agli sgoccioli il troncone principale del maxi-processo "Epicentro" che si sta celebrando in aula bunker a Reggio Calabria e che vede alla sbarra 59 imputati che hanno scelto il rito abbreviato.
Dopo le repliche dei pm Walter Ignazitto e Stefano Musolino e di alcuni avvocati, il gup Francesco Campagna si è ritirato in camera di consiglio e tra alcuni giorni emetterà la sentenza nei confronti di presunti boss e gregari delle principali famiglie mafiose della città, dai De Stefano-Tegano-Molinetti ai Libri passando per i Condello, Barreca, Rugolino, Ficara, Latella e Zito-Bertuca.
Per tutti, la Direzione distrettuale antimafia guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri ha chiesto quasi 800 anni di carcere al termine della requisitoria conclusa nei mesi scorsi. Le pene più pesanti sono state chieste per i boss Carmine De Stefano, Giorgio De Stefano detto "Malefix", Luigi Molinetti detto "Gino", Antonio Libri, Edoardo Mangiola, Carmine Polimeni, Donatello Canzonieri, Domenico Tegano, Filippo Barreca, Domenico Calabrò, Marcello Bellini, Demetrio Condello, Antonino Monorchio, Giovanbattista Fracapane e Giandomenico Condello Nato da tre inchieste, "Malefix", "Metameria" e "Nuovo corso", con il maxi-processo "Epicentro" si chiude, secondo la Dda, quella trilogia di indagini iniziata con l'inchiesta "Olimpia" degli anni novanta e proseguita con il processo "Meta".
Dagli atti inseriti nel fascicolo processuale è venuta fuori quella che i pm Ignazitto e Musolino hanno definito una "'Ndrangheta destefanocentrica". La cosca di Archi, infatti, per la Dda è "la più potente e la più autorevole. È quella di fronte alla quale tutti alla fine fanno un passo indietro".