Sequestro per 798.026,69 euro disposto dal gip del Tribunale di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, nell’ambito di un’inchiesta sulla sede dell’Aterp di Vibo Valentia. I beni sequestrati appartengono a sei indagati. L’inchiesta ruota intorno all’utilizzo dei fondi Gescal e riguarda l’acquisto del palazzo dell’Aterp in via Boccaccio.

 

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Sedici complessivamente gli indagati

Le indagini sono condotte dalla Guardia di Finanza. Fra gli indagati l’ex commissario dell’Aterp di Vibo Valentia, Tonino Daffinà, e il proprietario dell’immobile Nazzareno Guastalegname  imprenditore di Stefanaconi.  Indagati anche l’ex direttore generale Aterp, Giuseppe Maria Romano, 68 anni di Tropea, il direttore generale Regione Calabria Domenico Antonio Palllaria, 58 anni di Curinga, il consigliere regionale di Ncd e vice presidente del Consiglio regionale Giuseppe Gentile, 73 anni di Cosenza,  Antonino Stagno, 46 anni di San Calogero,  Emilio Minasi, 64 anni di Cosenza, Luciano De Pascali, 59 anni di Vibo,  Giuseppe Raffele, 49 anni di Soverato, Antonio Capristo 58 anni di Rossano, Serafino Fiamingo, 41 anni di Zungri, Nicola Concetto Barbuto, 70 anni di Vibo, Vito Caglioti 76 anni di Soriano Calabro, Nicola Bosco 76 anni di Catanzaro, Michele Montagnese, 72 anni di Vibo,  Giuseppe Pepe, 71 anni di Vibo.

 

L’inchiesta è stata avviata nel 2015 quando la Guardia di finanza - oltre alla documentazione relativa a 32 assunzioni con contratti a progetto – aveva acquisito nella sede dell’Aterp tutta la documentazione relativa all’acquisto, per la somma di 2 milioni e 800mila euro, della sede in cui sono ubicati gli uffici dell'Aterp. L’edificio era stato acquistato dall’Aterp guidata da Antonino Daffinà (in quota Forza Italia) quando già si sarebbe avuta piena consapevolezza, ad avviso degli investigatori, che la legge regionale numero 24 del 2013 avrebbe di lì a poco soppresso l’Aterp di Vibo Valentia ed accorpato tutte le Aterp provinciali in un’unica azienda regionale. I soldi utilizzati per comprare la nuova sede dell’Aterp di Vibo provengono dal fondo ex Gescal (Gestione case per i lavoratori) che doveva invece servire a ben altri scopi.