Giovambattista De Sarro è ritenuto dalla Procura a capo della presunta associazione per delinquere che avrebbe sottoposto a sevizie i topi usati per le ricerche, avviando anche un allevamento abusivo. Una volta saputo delle indagini, avrebbe fornito istruzioni per sviarle
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L’ex rettore dell’Umg di Catanzaro, Giovambattista De Sarro, sarebbe stato a capo della presunta organizzazione a delinquere ipotizzata dalla Procura di Catanzaro nell’ambito dell’indagine che ha portato questa mattina all’applicazione di 12 misure cautelari nei confronti di docenti universitari e dirigenti dell’Asp di Catanzaro.
In particolare, De Sarro è accusato di associazione per delinquere in qualità di utilizzatore degli stabulari, ovvero i laboratori di ricerca universitari, e responsabile scientifico dei progetti di ricerca. Secondo quanto emerso dalle attività di indagine condotte dai finanzieri del comando provinciale, l’ex rettore avrebbe impartito disposizioni sulle modalità di svolgimento delle attività di ricerca ma gravemente lesive degli animali coinvolti nei progetti e sulle modalità di rendicontazione dei progetti per occultare i presunti illeciti.
Avrebbe inoltre avviato un allevamento abusivo di topi e ratti nel laboratorio di Roccelletta di Borgia, avvallando le richieste dei docenti universitari tesi a svolgere attività di ricerca sugli animali vivi. Gli inquirenti gli contestano anche un rapporto corruttivo con il direttore del dipartimento Prevenzione dell’Asp di Catanzaro, Giuseppe Caparello, a cui avrebbe accordato utilità al fine di occultare le carenze strutturali presenti nello stabulario. A conoscenza di attività di indagine sarebbe poi intervenuto interloquendo con le persone sentite come informate dei fatti per indurle a ritrattare le dichiarazioni rese ai pubblici ministeri.
È poi accusato di maltrattamento di animali poiché nell’ambito di diversi progetti di ricerca finanziati dal ministero della Salute avrebbe sottoposto i topi ad atti di crudeltà e a sevizie derivanti innanzitutto dalle critiche condizioni dei laboratori decapitandoli poi senza anestesia.
Tra le altre ipotesi di reato contestate all'ex rettore anche falsità ideologica e materiale poiché avrebbe falsamente attestato al ministero della Salute di aver contenuto le procedure di ricerca sui topi quando, al contrario, li avrebbe sottoposti a vessazioni e sevizie.
In concorso con Giuseppe Caparello, direttore del dipartimento Prevenzione dell’Asp di Catanzaro; Giuseppe Viscomi, veterinario dell’azienda sanitaria; Anselmo Poerio, veterinario convenzionato l’ex rettore è infine accusato di corruzione.
I dirigenti e i veterinari avrebbero infatti omesso di formalizzare le criticità presenti nei laboratori universitari, evitando frequenti controlli o quando effettuati redigendo falsi verbali ispettivi ricevendo in cambio presunte utilità. Ad esempio, Anselmo Poerio sarebbe stato inserito come coautore in diverse pubblicazioni scientifiche e avrebbe ottenuto incarichi di docenza nei corsi universitari. Giuseppe Caparello invece l’illegittima assunzione della figlia nella scuola di specializzazione di Farmacaologia e Tossicologia dell’ateneo catanzarese.