Da operatore sociosanitario a coadiutore amministrativo il passo è molto spesso breve. E passa dal riconoscimento di una inidoneità permanente allo svolgimento delle mansioni del proprio profilo professionale. È così che negli ospedali calabresi dalle corsie dei reparti si spalancano facilmente le porte degli uffici amministrativi.

Commissioni mediche di verifica

Gli ultimi casi, in ordine di tempo, sono cristallizzati in due delibere emanate nei giorni scorsi dal management aziendale del policlinico universitario di Catanzaro. In entrambi i provvedimenti si prende atto dei pareri resi dalle commissioni mediche di verifica e si procede al mutamento di profilo professionale.

Dai reparti in ufficio 

La prima delibera ha ad oggetto, appunto, una dipendente assunta a tempo indeterminato con la qualifica di operatrice sociosanitaria ma transitata nel nuovo profilo di coadiutore amministrativo (categoria Bs) perché dichiarata non idonea permanentemente allo svolgimento delle mansioni del proprio profilo professionale. La seconda delibera del medesimo tenore ha ad oggetto, invece, una operatrice tecnica centralinista che ha chiesto «di essere sottoposta a visita medica per il riconoscimento dell’assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa».

Inidoneità permanente

È quanto si legge nel provvedimento con cui si prende atto del parere reso dalla commissione medica di verifica che attesta come il dipendente sia, in effetti, «non idoneo permanentemente al servizio in modo relativo allo svolgimento delle seguenti mansioni proprie del profilo professionale di appartenenza (operatore tecnico centralinista): attività che comportano il superamento di barriere architettoniche, in particolare di utilizzo di scale, deambulazione su percorsi con ostacoli, uso di scale, scaletti».

Percorsi ad ostacoli

Per il medico che ha stilato il verbale però non sono «controindicate attività di ufficio» e per la dipendente «non sussiste assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa»; così il management aziendale l’ha collocata in ferie d’ufficio in attesa dell’assegnazione ad una idonea sede logistica. Ma non si tratta affatto di casi isolati, il fenomeno è assai diffuso nelle aziende del servizio sanitario calabrese.

Mutamenti di profilo

All’azienda ospedaliera di Catanzaro diversi i mutamenti di profilo asseverati negli ultimi anni. Infermieri, tecnici di radiologia e addirittura operatrici sociosanitarie che dopo essere state assunte per ricoprire incarichi nei reparti si ritrovano catapultate negli uffici amministrativi a gestire pratiche di appalti o nelle aree della gestione del personale.

In soprannumero

Pochi mesi nelle corsie ospedaliere e poi una inidoneità permanente che giustifica il trasferimento dai ruoli sanitari a quelli amministrativi, anche in soprannumero dal momento che la normativa lo consente. Ovvero, il dipendente assume l’incarico pur se in pianta organica il posto non esiste ancora e si riassorbe quando una nuova assunzione viene autorizzata.

L'universo delle prescrizioni

Ma con una duplice ricaduta: si sguarniscono di personale le corsie ospedaliere mentre si affollano gli uffici amministrativi di professionisti con competenze non proprio coincidenti al ruolo da ricoprire. Ma è questo solo un piccolo campionario del più variegato universo delle prescrizioni in ambito sanitario.

Sala parto off limits

Capita spesso che si ottengano esoneri limitatamente a specifiche mansioni, così si è dispensati dallo svolgimento, ad esempio, dei turni notturni o altre funzioni ritenute particolarmente gravose. Eclatante il caso di una sanitaria assunta come ostetrica dichiarata inidonea a metter piede in sala parto. Che in una regione dove il principale problema sembra essere quello della carenza di personale, assume quasi i contorni del paradosso.