Chi si è messo pazientemente in coda ai distributori per rifornirsi di carburante a fine febbraio, oggi si sta fregando le mani: si è garantito un pieno e pure qualche bidone extra ad un costo del trenta percento inferiore rispetto a quello di oggi.

L'inedita impennata

Un aumento così rapido e vertiginoso del prezzo di gasolio e benzina come quello registrato nella prima decade di marzo non si vedeva dai tempi della crisi energetica degli anni settanta. Le sanzioni imposte alla Russia sono tra i motivi alla base dell’incremento: è venuto a mancare uno dei principali esportatori di greggio verso i paesi dell’Unione e la diminuzione dell’offerta provoca un rialzo delle quotazioni. L’occidente, con in testa gli Stati Uniti, hanno chiesto ai paesi arabi e più in generale, all’Opec, la sigla che riunisce gli esportatori di petrolio, di aumentare la produzione per riequilibrare il mercato e riportare il brent sotto la soglia dei cento dollari al barile.

Il sorpasso

Si sta inoltre verificando un altro fenomeno inedito: il prezzo alla pompa del gasolio sta sorpassando quello della benzina. A spiegare i motivi è, ancora una volta, Mario Metallo, delegato per la Calabria di Assopetroli: «Sul gasolio le accise sono leggermente più basse rispetto a quelle applicate sulla benzina. Tuttavia – sottolinea – per produrre un litro di gasolio occorre una quota maggiore di materia prima. Il gasolio dunque, al netto delle accise, ha un prezzo più alto rispetto a quello della benzina. Più il costo della materia prima sale, più incide sul prezzo finale rispetto alle accise per cui quando, come nel caso di questi giorni, la differenza del costo di produzione tra gasolio e benzina supera la differenza del costo delle accise tra i due prodotti, il risultato è appunto quello del sorpasso del prezzo di vendita del gasolio su quello della benzina».

Reinvestire l'extra gettito Iva

Proprio su una riduzione della tassazione confidano i consumatori. Il governo potrebbe restituire sotto forma di sconto l’extra gettito Iva generato dall’aumento del prezzo. In sostanza, mentre con il costo medio di 1,525 per litro di gasolio o benzina del 2021, lo Stato incassava circa 28 centesimi di Iva adesso, ora che il prezzo finale arriva a circa 2,240 l’Iva è pari a più di 40 centesimi, oltre dieci in più quindi per ogni litro di carburante erogato. Anche in questo caso più sale il prezzo del carburante maggiore sarà l’extra gettito Iva che lo Stato potrebbe restituire sotto forma di taglio delle accise.

Intervento pubblico necessario

Un intervento pubblico è necessario pure per attenuare i riflessi negativi del caro carburante sul paniere della nostra spesa quotidiana, riempito da beni prodotti consumando energia e che per il novanta percento viaggiano su gomma lungo le nostre arterie stradali, a bordo di mezzi pesanti alimentati proprio a benzina o gasolio. Un circolo vizioso dal quale si spera di uscire molto presto.