VIDEO | L’uomo da questa mattina è salito su una gru di fronte al Tribunale annunciando la protesta a oltranza: «Vivo in una stanza senza luce e acqua calda. Se non sono un mafioso perché non restituiscono ciò che è mio?»
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Si è arrampicato sulla gru del cantiere del palazzo di Giustizia, di fronte al Cedir che ospita gli uffici della Procura di Reggio Calabria, all’alba di stamattina e non intende scendere. Ha lasciato la sommità che aveva raggiunto e dove era rimasto per oltre tre ore, ma non interromperà la sua protesta che, annuncia, «sarà a oltranza».
Ad intraprendere la protesta è il ristoratore Francesco Gregorio Quattrone, conosciuto come Ioli, originario del quartiere collinare di Gallina a Reggio Calabria. L’uomo assolto dall’accusa di associazione di stampo mafioso, rivendica la restituzione di tutti i suoi beni, ad oggi confiscati in modo definitivo. Denuncia, altresì, la grave situazione di indigenza nella quale vive. In una stanza senza luce e acqua calda e con un pensione per malattia di poco più di 300 euro al mese.
A lanciare l’allarme stamattina, gli uomini dell’Esercito che sorvegliano l’area. Sul posto la Polizia e i vigili e fuoco attenti a mantenere le condizioni di sicurezza.