Il commando collaborava con esponenti delle cosche. Le indagini condotte da investigatori del Servizio centrale operativo e delle Squadre Mobili di Bari, Foggia e Catanzaro hanno consentito di delineare il progetto criminale messo a segno il 4 dicembre 2016
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Questa mattina, a Giovinazzo, in provincia di Bari, la Polizia di Stato ha localizzato e catturato due pericolosi latitanti facenti parte secondo le indagini di gruppi organizzati specializzati negli assalti ai caveau e ai furgoni portavalori. Lo rende noto un comunicato. L'operazione che ha condotto alla cattura dei ricercati è stata condotta da investigatori del Servizio Centrale Operativo e delle Squadre Mobili di Bari, Foggia e Catanzaro, nell'ambito dell'inchiesta - coordinata dalla Procura Distrettuale catanzarese - relativa all'assalto al caveau della "Sicurtransport" di Catanzaro, commesso il 4 dicembre 2016.
La collaborazione con esponenti della 'ndrangheta
I ricercati, che il 20 aprile scorso erano sfuggiti all'esecuzione di un fermo emesso dalla Dda di Catanzaro, sono stati localizzati all'interno di una masseria, nel territorio del comune di Giovinazzo, ed hanno tentato di fuggire quando è scattata l'irruzione nel loro covo, condotta anche con il supporto di equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine. Nel provvedimento restrittivo eseguito nei loro confronti è stata contestata l'aggravante delle finalità mafiose, poiché le indagini hanno accertato che il gruppo criminale che ha condotto l'assalto al caveau ha agito in collaborazione con alcuni esponenti di una cosca di 'ndrangheta di San Leonardo di Cutro (KR).
I dettagli
Erano nascosti in un casolare nelle campagne di Giovinazzo (Bari) i due pregiudicati pugliesi latitanti dallo scorso 20 aprile, quando sfuggirono alla cattura nell'ambito di una operazione della Dda di Catanzaro nei confronti dei presunti responsabili di un assalto al caveau Sicurtrasport del 4 dicembre 2016.
Il bottino da 8 milioni di euro
Il 37enne Alessandro Morra di Cerignola, ritenuto uno degli organizzatori del colpo, e il 49enne Pasquale Pazienza di Bitonto, sono stati arrestati all'alba dopo l'irruzione degli agenti della Squadra Mobile di Bari con i colleghi di Foggia, Catanzaro, del Servizio Centrale Operativo con il supporto dei Reparti Prevenzione Crimine e del Reparto Volo della Polizia di Stato. Le indagini della Dda di Catanzaro, avviate dopo il colpo armato al caveau, hanno consentito in pochi mesi di identificare i responsabili. Gli assalitori arrivarono in tute mimetiche e armati di kalashnikov riuscendo a portare via un bottino di circa 8 milioni di euro.
Gli arresti
Gli elementi raccolti dagli investigatori hanno portato ad aprile al fermo di 7 pregiudicati calabresi e pugliesi. Alla cattura, però, sfuggirono due persone, Morra e Pazienza, "due pericolosi latitanti" come li ha definiti Eugenio Masino dello Sco di Roma. Durante l'irruzione i due hanno tentato la fuga scavalcando il muro di recinzione della masseria ma gli agenti avevano cinturato l'intera tenuta di circa un ettaro. Al vaglio degli investigatori baresi c'è ora la posizione di una terza persona, presente nel casolare con i due latitanti, che aveva la disponibilità dell'abitazione. Le indagini hanno, inoltre, evidenziato l'esistenza di "accordi criminali - ha detto Masino - tra la malavita foggiana e la 'Ndrangheta", oltre a una "probabile sponda su Giovinazzo della criminalità bitontina - ha spiegato il vicedirigente della Squadra Mobile di Bari, Antonio Tafaro - per prestare rifugio ai latitanti". Sempre nelle campagne di Giovinazzo, infatti, si nascondeva il boss di Bitonto Domenico Conte, ritenuto il mandante dell'agguato mafioso del dicembre scorso in cui fu uccisa per errore un'anziana.
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