È per caso scoppiata la guerra in Calabria? No, ma la psicosi da accaparramento sta svuotando supermercati e pompe di benzina.

Kiev è distante, in linea d’aria, quasi 1800 km dalla Calabria, circa 3000 qualora si volesse raggiungere la capitale dell’Ucraina in auto, ma l’eco del conflitto è arrivata chiaramente anche nella nostra regione, dove nelle ultime ore in tanti si stanno convincendo e preoccupando a fare scorte di cibo.

Scaffali svuotati

Sembra quasi di rivivere le scene che hanno caratterizzato i primi giorni di lockdown di due anni fa, quando ad essere preso di mira fu soprattutto il lievito di birra. Adesso a fare paura è la guerra. Diversi punti vendita da Cosenza a Reggio Calabria, sono stati letteralmente “assaltati” e svuotati di beni di prima necessità a lunga conservazione. Carrelli pieni dove non mancano le scorte di farina e le forniture d’acqua minerale. Sugli scaffali dei supermercati calabresi, dunque, i prodotti iniziano inevitabilmente a scarseggiare.

In aumento il prezzo di grano e mais

Il conflitto bellico, molto probabilmente farà aumentare nei mesi a venire i prezzi del grano e del mais, ecco perché in tanti stanno preferendo l’acquisto di tali prodotti e derivati. Secondo i dati diffusi da Coldiretti, l’Ucraina ha esportato nell’ultimo anno 25 milioni di tonnellate di grano tenero, e insieme alla Russia detiene quasi il 30% delle esportazioni mondiali. È quindi in grado di influenzare i prezzi a livello internazionale: ecco perché, già nella prima settimana di guerra, il costo del grano tenero è cresciuto del 13%, secondo un report elaborato da Consorzi agrari d’Italia. La psicosi della corsa ai rifornimenti è quindi, non solo locale ma internazionale.

A tutto ciò si va ad unire l’allarme per la protesta degli autotrasportatori, che già negli scorsi giorni avevano bloccato i loro tir causando alcune problematiche logistiche ai supermercati e che lunedì hanno annunciato di incrociare nuovamente le braccia, spegnendo i motori dei loro mezzi per protestare contro il caro carburanti.

Draghi prova a tranquillizzare la popolazione

Nel pomeriggio di oggi il premier Mario Draghi, a conclusione del Vertice informale dei Capi di Stato e di governo dell’Unione Europea, ha parlato anche delle possibili carenze di materie prime a causa del conflitto in Ucraina: «Se la situazione dovesse aggravarsi occorrerà importare da altri paesi - ha detto Draghi -. Tutto questo genera la necessità di una riconsiderazione di tutto l’apparato regolatorio giustificata da questa situazione di emergenza. C’è la convinzione che occorra rivisitare temporaneamente le regole che ci hanno accompagnato in questi anni». Nonostante ciò il presidente del Consiglio ha anche tranquillizzato la popolazione: «Dobbiamo prepararci ma non siamo assolutamente in un’economia di guerra specialmente per gli approvvigionamenti di cose fondamentali come il cibo. Prepararsi non vuol dire che deve avvenire con probabilità 1 sennò saremo già in una situazione di razionamento».

L'assalto alle stazioni di rifornimento

Anche in Calabria le stazioni di rifornimento sono state prese d’assalto, Già nelle ore successive all’invasione russa in Ucraina, il timore di rimanere senza carburante nella propria vettura ha portato gli automobilisti a riversarsi presso le pompe di benzina.

In questo caso, il “panico carburante” è favorito, non solo dalle scorte che secondo molti potrebbero terminare, ma anche dall’aumento vertiginoso dei prezzi dell’energia e dei carburanti, in conseguenza delle sanzioni imposte alla Russia.