Abbiamo imparato a riconoscerlo grazie agli scatti con personaggi noti della politica, come Matteo Salvini. Antonino Coco, infatti, non è solo un ginecologo. Fra le sue passioni vi è anche la politica, tanto da portarlo a candidarsi nelle fila della Lega alle scorse elezioni regionali. Una candidatura di bandiera, verrebbe da pensare, se, come confermato dall’indagine “Eyphemos”, ebbe degli incontri finalizzati al sostegno elettorale a Domenico Creazzo, l’ex uomo forte di Fratelli d’Italia, eletto consigliere e poi subito arrestato proprio per aver ricevuto appoggio elettorale dai clan.

Chi è Antonino Coco

La figura di Antonino Coco viene tratteggiata in modo preciso dal gip Trovato nell’ordinanza di custodia cautelare. Egli, scrive il giudice, «integra plasticamente la tipica ipotesi del professionista posto al servizio dell’associazione di stampo mafioso, in quanto completamente asservito, con comportamenti che trasgrediscono nell’illecito, ai bisogni ed alle esigenze della cosca di riferimento, consentendo alla stessa di ottenere vantaggi indebiti nelle forniture di prodotti medicali alle diverse strutture ospedaliere, dietro versamento di somme di denaro e regalie».

Il suo ruolo nell’inchiesta

Stando a quanto appurato dalla Dda reggina, dunque, Coco si dimostra «perfettamente consapevole della caratura criminale di Antonino Madaffari», con il quale si incontra in modo riservato, di persona, nonché degli altri «soci mafiosi della Mct srl», con cui si interfaccia, con la consapevolezza che la società opera con paravento formale della Lewis medical srl, ottenendo forniture nei diversi reparti dell’ospedale di Reggio Calabria. Tali incontri, per il giudice, «comportano un vantaggio non esclusivamente individuale, ma per l’intera organizzazione mafiosa, trattandosi di un comportamento che non può non avere diretta e positiva influenza sulla stessa sopravvivenza dell’organismo criminale». Un’azione, quella di Coco, che «non viene fornita in via del tutto occasionale ed estemporanea» poiché il medico «è pienamente coinvolto nelle dinamiche criminali, fornisce indicazioni precise e svolte un ausilio determinante».

Ecco allora qual è la figura del medico: un soggetto non intraneo alla cosca, ma che «ha fornito all’associazione mafiosa, strumentalizzando la sua attività professionale e le sue aderenze all’interno dell’Asp, un contributo concreto, specifico e consapevole alla conservazione e al rafforzamento delle capacità operative e finanziarie del sodalizio».

L’appoggio elettorale a Creazzo

Da questo quadro si comprende quanta importanza assuma, per la Dda, ciò che è emerso dall’inchiesta Eyphemos. Coco, candidato alle regionali con la Lega, si impegna per raccogliere voti in favore di Domenico Creazzo, per il tramite di Domenico Laurendi, collettore di voti dell’ex consigliere regionale e sindaco di S. Eufemia d’Aspromonte.

È il 2 febbraio del 2019, quando Domenco Laurendi trascorre la serata a cena in compagnia di Coco. Questi gli chiede l’appoggio per la candidatura di Bruno Barillà e un altro soggetto non esplicitato. Si discute del rinnovo del consiglio regionale. Sarà invece il 12 marzo la data dell’altro incontro fra Laurendi e Coco, duranre il quale i due si accordano per sostenere la candidatura di Creazzo, confidando sul bacino elettorale su cui può contare Coco ad Oppido Mamertina. L’intercettazione captata dagli investigatori non ha bisogno di ulteriori commenti. Coco afferma: «Noi dobbiamo andare su qualcuno che poi, noi garantiamo e ci garantisce». Si tratta delle garanzie che la ‘Ndrangheta pretende dopo aver appoggiato un politico. E Laurendi, alla domanda se avesse già un contatto in tal senso, è lapidario: «Io li conosco a tutti, vengono tutti per qua, questi qua, però, che vengono da sopra, gli ho detto io, che mi domandava per i paesi, gli ho detto io, poi parlo con i capi (inc.)… e me la faccio (inc.) ste cose, poi magari un giorno torno per un incontro».