Guccione (Pd) denuncia: all'interno dei documenti nessuna informazione sulla stipula, sul termine di scadenza, su clausola di rinnovo e adeguamento del canone. E nel solo capoluogo i fitti passivi costano oltre 820mila euro ogni anno
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
All'Asp di Cosenza devono essere talmente signori da ritenere che per stringere un accordo basti, o quasi, una stretta di mano. Sono, infatti, decine gli immobili concessi o presi in locazione dall'Azienda sanitaria provinciale bruzia per i quali agli atti non risulta alcun contratto dettagliato. Impossibile trovare una carta che riporti la data di stipula o quella di scadenza, avere notizie sulle clausole di rinnovo o, tantomeno, sugli adeguamenti dei canoni di locazione. Se poi gli immobili in questione sono terreni, non è dato sapere nemmeno la loro destinazione d'uso. A denunciarlo è Carlo Guccione, consigliere regionale del Pd che ha da tempo nel mirino la gestione dell'ente che ha sede in via Alimena, sempre più sommerso dai debiti.
Il dossier di Guccione
Questa volta il democrat punta il dito sugli affitti, con un dossier redatto dopo una verifica della documentazione agli atti del settore Patrimonio dell'Azienda sanitaria. Verifica meno lunga del previsto, si direbbe, visto che nel documento di Guccione c'è una formula che si ripete costantemente: «Dai documenti in atti non si rileva alcun dato riguardo ai “contratti di fitto” e, pertanto, nulla emerge circa la data di stipula, la data di scadenza, la clausola del rinnovo e l’adeguamento del canone». La frase ricorre a prescindere dall'area territoriale presa in considerazione – l'Asp ne ha cinque: Rossano, Corigliano, Cosenza, Paola e Castrovillari – quando si parla di fabbricati, per allungarsi poi con un «e la loro destinazione urbanistica» qualora il tema siano i terreni.
Entrate e uscite
Analizzando ulteriormente il dossier – che Guccione ha trasmesso anche alla magistratura contabile – si legge che a Rossano e Corigliano il caos è ancora maggiore, con il valore di bilancio e quello commerciale di alcuni immobili concessi in locazione che risultano «omessi». I fabbricati che l'Asp dà in affitto, poi, non figurano tra quelli indisponibili. «Si presume pertanto - commenta laconico il consigliere - che siano “fabbricati disponibili”». Nelle due aree l'azienda sanitaria incassa ogni anno circa 30mila euro dagli affitti, ma ne spende per la stessa ragione poco meno di 635mila. Più equilibrati i numeri a Paola, dove le uscite superano di poco gli 82mila euro, a fronte di incassi da canoni di locazione che sfiorano i 96mila euro totali. A Castrovillari, invece, gli immobili concessi si limitano al bar dell'ospedale: frutta all'Asp 14mila euro all'anno, nonostante non si abbiano altre notizie circa gli ulteriori dettagli del contratto. In compenso, gli otto fabbricati in cui è l'Azienda sanitaria a dover pagare l'affitto hanno un costo complessivo annuale di 186.500 euro.
Il caso Cosenza
Ma il bersaglio principale di Guccione è un altro: l'area Cosenza. Lì l'Asp incassa, concedendo in locazione tre fabbricati (tutti con «contratto non riscontrato», scrive il democrat), all'incirca 262mila euro all'anno. Nello stesso arco temporale, però, spende in fitti passivi oltre sei volte tanto: un milione e 662 mila. Una cifra monstre in cui spiccano gli immobili in affitto proprio nel capoluogo: sono 21 e costano oltre 820mila euro ogni dodici mesi. Se poi ci si aggiungono anche gli otto fabbricati di Rende e i due di Castrolibero, il conto per la sola area urbana sale di ulteriori 625mila euro, sfiorando il milione e mezzo. Un modo migliore per spendere tutti quei soldi, per Guccione, ci sarebbe: «Invece di impiegarli in fitti passivi – spiega il consigliere - si potrebbe accendere un mutuo per realizzare una cittadella della salute che ospiti uffici e ambulatori. Tutto in un'unica struttura, con i benefici che ne conseguirebbero per lavoratori e utenza».
giuliani@lactv.it