Tutti (o quasi) i Pronto soccorso dell’Asp di Cosenza non sarebbero a norma. È, questo, l’altro sconvolgente dato che sarebbe emerso a seguito della visita degli emissari del Ministero della Salute che nei giorni scorsi hanno fatto visita agli spoke della provincia. La quasi totalità dei punti di primo intervento degli ospedali del territorio cosentino avrebbero un “difetto strutturale congenito”, reiterato nonostante siano stati effettuati negli ultimi dieci anni dei dispendiosi interventi di ripristino e messa a norma.

Porte piccole e camere calde senza impianto di aspirazione

Ad esempio, ci sarebbero dei punti di PS dove le porte hanno una misura ridotta rispetto a quella standard e le barelle non possono transitare da una stanza all’altra. O, ancora, alcune sale destinate alla degenza di primo intervento non sarebbero provviste del punto ossigeno. Che invece si trova nelle sale mediche - dove non servirebbe – e addirittura, in alcuni casi, anche nei bagni! Non solo, le camere calde (recentissime e costosissime), quelle che si trovano all’ingresso dei Pronto soccorso per sbarellare i pazienti dalle ambulanze, non sarebbero idonee perché gli impianti di aspirazione dei fumi emessi dalle autovetture non funzionerebbero e tra le altre cose non sarebbero nemmeno coibentate. Tant’è che in molti presidi queste grandi porte che sembrano più ingressi di garage sono sempre aperte: sia d’estate che d’inverno.

Lo spoke Corigliano-Rossano quello messo peggio di tutti

Una delle situazioni più critiche sarebbe emersa nello spoke di Corigliano-Rossano dove, in misura più o meno importante, questi problemi sarebbero emersi tutti. E per correre ai ripari, tentando di porre rimedio, l’Asp di Cosenza, stamattina, ha predisposto i primi sopralluoghi da parte dei dirigenti tecnici, che hanno girato in lungo ed in largo nello stabilimento del “Guido Compagna” nel centro storico di Corigliano. Qui i lavori di ammodernamento e riqualificazione del presidio si sono conclusi da poco e nonostante tutto sembra rimangano ancora delle criticità importanti, evidenziate proprio dagli ispettori del ministero.

Niente soldi per il carburante delle ambulanze

I guai, insomma, non arrivano mai da soli. E le precarie condizioni strutturali che non garantirebbero sicurezza ai pazienti sono aggravate da altre piaghe aperte e che pare si faccia fatica a rimarginare: dalla carenza cronica di posti letto alla mancanza di medici e finanche l’assenza di risorse per portare avanti l’ordinaria amministrazione. Basti pensare che sempre nello spoke di Corigliano-Rossano, sempre più emblema del fallimento delle politiche di gestione della sanità calabrese, non solo mancano le ambulanze – costrette a fare la spola sui 13 kilometri che separano il “Compagna” dal “Giannettasio” – ma quelle poche che ci sono rischiano presto di rimanere a piedi. Perché non ci sarebbero più soldi nemmeno per fare carburante ai mezzi. E le note amare si sentiranno quando inizierà l’inverno, la stagione delle piogge e della neve, quando bisognerà fare il pit-stop per il cambio gomme. Se non ci sono soldi per la benzina, figuriamoci per i copertoni!