Il sindaco di Malvito Pietro Amatuzzo è rinsavito, ma solo parzialmente, revocando in parte l’ordinanza con la quale vietava l’ingresso nel territorio comunale alle persone provenienti da qualsiasi località di Lombardia e Veneto, riducendo il campo ai comuni ricadenti nella cosiddetta zona rossa, per inciso Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione d’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini e Vò Euganeo. Comuni dai quali, però, non ci si può allontanare senza violare le ordinanze locali, quelle sì giustificate.  

Provvedimento a rischio di censura

Ma la restrizione adottata a Malvito suscita comunque più di un dubbio in merito alla regolarità del provvedimento limitante della libertà personale, sul quale nelle prossime ore potrebbe arrivare una censura del Prefetto. Si tratta solo dell’ultima di una serie di decisioni anche stravaganti, registrate in Calabria, come quella di sospendere le sfilate di carnevale, di cui francamente non si comprende l’utilità nell’ambito della prevenzione del coronavirus.

Ordinanza analoga anche a Fagnano Castello

Sembra quasi un tentativo di voler ritagliarsi a tutti i costi un ruolo nel grande circo mediatico scatenatosi intorno alla vicenda del contagio influenzale. Un’analoga ordinanza l’aveva già adottata 24 ore prima anche il sindaco di Fagnano Castello Giulio Tarsitano, e chissà che non figuri sull’albo pretorio di altri comuni sparsi qua e là nella vasta provincia di Cosenza.

A letto con la febbre

Chi debba far rispettare l’ordinanza dovrebbero essere i carabinieri della locale stazione di Malvito, giacché il comune non ha alle proprie dipendenze agenti di polizia municipale. Il sindaco intanto è a letto con la febbre alta. Qualche altro virus ha evidentemente varcato il confine a dispetto del divieto imposto.

Popolazione disorientata

Tutto questo accade proprio in concomitanza con l’ammonimento del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del capo della Protezione Civile nazionale Angelo Borrelli nei confronti dei presidenti di Regione e dei sindaci che assumono iniziative singole senza coordinarsi a livello centrale, provocando così confusione e disorientamento nella popolazione. D’altra parte non c’è da stupirsi: si tratta pur sempre di quella schiera di sindaci che da più di un anno non sono riusciti a trovare un accordo sull’area in cui costruire l’Ecodistretto e le discariche a servizio, necessarie per tirare fuori il territorio della provincia dall’emergenza rifiuti.