Dall'ordinanza emerge anche la sottrazione di numerosi dispositivi individuali di protezione preziosissimi in quel periodo di tempo d’emergenza (ASCOLTA L'AUDIO)
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Il consigliere Nicola Paris, Mario D’Andrea, il figlio Antonino e Giovanni Lauro (amministratore della società cooperativa Helios ) si vaccinarono all’ospedale Tiberio Evoli di Melito Porto Salvo, «con precedenza rispetto a medici, infermieri, operatori sanitari e tutti coloro che sono impegnati in prima linea nella lotta alla pandemia».
È quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare emessa nell’ambito dell’inchiesta “Inter nos”. La condotta non ha risvolti di tipo penale, ma di sicuro serve a dare la misura del livello del senso di impunità e di indifferenza verso la cosa pubblica, per dirla con il gip «il desiderio di accaparrarsi ad ogni costo e sfruttare ogni possibile risorsa della sanità a cui agli stessi è stato consentito per troppo tempo di attingere, già emerse a piene mani».
Sottrazione di dispositivi medici
Paris e gli altri, dunque, ricevettero il vaccino con largo anticipo rispetto a tutti coloro che ne avrebbero avuto, pure, il diritto. Ma non solo. Sempre stando a quanto riportato dal gip nella sua ordinanza, «si conferma che, anche in piena pandemia, l’ospedale “Tiberio Evoli” di Melito continua ad essere una roccaforte di Mario D’Andrea, che senza alcun titolo si confronti “alla pari” con il direttore sanitario, dottor Zuccatelli, anche su questioni di carattere logistico. Inoltre, all’inizio della pandemia, accertano i giudici, Mario D’Andrea si è appropriato indebitamente, in parte condividendole con il figlio Antonino e la funzionaria Ambrogio, di ben oltre 100 mascherine destinate ai medici impegnati nell’emergenza Covid-19, in un periodo di estrema penuria di dispositivi sanitari di protezione individuale considerati preziosissimi».
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