Nell'ordinanza si ricostruiscono i rapporti tra l'assessore regionale e l'imprenditore ed ex parlamentare della Lega Gianluca Pini che nel 2021 chiedeva aiuto per una partita di merce proveniente dalla Cina e ferma in aeroporto perché senza certificazioni
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«Ciao Marcello, scusa il disturbo ma stanno lentamente arrivando le mascherine per gli ospedali. Al momento ne ho un piccolo lotto fermo a Malpensa da due giorni. Puoi sentire se sbloccano la merce che il camion è già lì a Cesena?». Così Gianluca Pini scriveva a Marcello Minenna alla fine di marzo del 2020, sollecitando l'intervento dell'ex direttore generale dell'Agenzia delle Dogane finito oggi al centro dell'inchiesta della Procura di Forlì sul presunto business delle mascherine.
La penetrazione nella Lega
Corruzione in concorso con l'imprenditore ed ex parlamentare della Lega, Gianluca Pini, è il reato contestato. Secondo la ricostruzione della Procura, Marcello Minenna «cercava in Pini un valido interlocutore per esercitare una penetrazione nel settore politico di appartenenza», la Lega, appunto, «al quale lo stesso Pini era legato per la precedente esperienza parlamentare e per i rapporti inalterati con molti esponenti di tale formazione politica».
Le mire ministeriali
«Bramoso di prestigio e potere», così il Gip del Tribunale di Forlì descrive Minenna nella ordinanza applicativa della misura degli arresti domiciliari. L'ex direttore dell'Agenzia delle Dogane, ma di recente nominato in Calabria assessore con delega alla Programmazione Unitaria e all'Ambiente, mirava ad accreditarsi nella formazione politica della Lega «nella prospettiva di una progressione di carriera all'interno delle istituzioni dello Stato e, in particolare, ad ipotesi di carriera ministeriale o quale presidente della Consob». Ma soprattutto la riconferma nel ruolo di direttore dell'Agenzia delle dogane, quando nel febbraio del 2021 ci fu il cambio di governo e l'investitura di Mario Draghi.
Eventi e protocolli
Ed è in un tale contesto che si inserirebbero le sollecitazioni verso Gianluca Pini al fine di intercedere con ministri o presidenti di Regione in quota Lega per invitarli ad eventi o alla sottoscrizione di protocolli. La presentazione del Libro Blu o l'inaugurazione della casa dell'anticontraffazione sono alcune delle manifestazioni che compaiono nelle carte dell'inchiesta e per il gip «finalizzate al consolidamento del suo prestigio e della sua carriera».
Autorevole garanzia
Minenna avrebbe compulsato Pini per ottenere la partecipazione di esponenti della Lega agli eventi mentre Pini avrebbe avanzato richieste per lo sdoganamento delle merci. «Però con una tua autorevole garanzia» è lo stralcio di conversazione intercettata tra i due nel maggio del 2021 durante la quale Minenna cercava di assicurarsi la presenza di un ministro all'evento. «Su quello dopo parlo io per avere certezza» arriva la rassicurazione di Pini. «Accreditamento» che, secondo il gip, sarebbe proseguito attraverso la sollecitazione alla stipula di accordi e protocolli d'intesa tra l'Agenzia delle Dogane e alcuni governatori di area leghista.
Le importazioni dalla Cina
Si è tra l'aprile e il maggio del 2020, e mentre Pini cerca di intercedere presso i presidenti di Regione per conto di Minenna «introduce il discorso di suo esclusivo interesse, avente ad oggetto le importazioni dalla Cina in qualche modo anticipando una richiesta di scambio di favori con il suo interlocutore». La questione avrebbe riguardato, secondo quanto si legge nell'ordinanza, «la merce bloccata dall'ufficio dogana Milano 1 sollecitando un intervento risolutivo da parte del direttore, il quale scriveva testualmente "Ora interveniamo da qui" dando infatti disposizioni al suo più stretto collaboratore».
Richiesta di aiuto
Ma secondo il gip il patto tra i due viene definitivamente concluso a marzo del 2020 «quando telefonicamente Pini inviava la prima richiesta di aiuto a Minenna. Da quel momento in poi, in cambio delle utilità promesse, cominciava l'asservimento della funzione di quest'ultimo nella sua massima carica di direttore dell'Agenzia delle Dogane, ente di assoluto rilievo per il conseguimento da parte di Pini dei profitti illeciti».
Il lotto fermo a Malpensa
È il caso, secondo il gip, dell'importazione di un lotto fermo a Malpensa da alcuni giorni «con la richiesta che la merce venisse sbloccata. Nella fattispecie si trattava di merce priva di certificazione CE o di certificazione in deroga». È il 31 marzo del 2020: «Avremmo bisogno stanotte di sta merce per tamponare uno o due giorni» dice Pini intercettato. «Quindi il Pini riferiva al direttore dell'agenzia di avere un problema per lo sdoganamento dei dispositivi medici completamente privi di certificazione Ce» conclude il gip.