Il giudice per le indagini preliminari di Roma descrive quello che sarebbe stato il modus operandi del patron della Reggina «volto solo al conseguimento di ingenti profitti ricorrendo a una serie indiscriminata di delitti» (ASCOLTA L'AUDIO)
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«Un sofisticato sistema di autoriciclaggio compiuto con straordinaria disinvoltura e assoluta pervicacia dell'indagato». Lo scrive il gip di Roma, Annalisa Marzano, nell'ordinanza con cui ha disposto gli arresti domiciliari per Luca Gallo, patron della Reggina Calcio, accusato anche di evasione di imposta.
Per il giudice, Gallo «ricorre continuamente alla costituzione di nuovi assetti societari, diversamente, all'acquisizione del controllo di numerose società attraverso cui assicurarsi ingenti profitti avvalendosi degli indebiti profitti conseguiti con la sistematica omissione di versamenti di imposte dovute».
Dagli accertamenti della Guardia di finanza, emerge altresì il «sistematico 'reimpiego' di cospicue somme provento dell'omesso versamento dell'Iva per acquisire il controllo e la gestione» della Reggina, che «non è oggetto della misura cautelare emessa dall'Autorità Giudiziaria».
Gallo, è finito ai domiciliari che sono considerati «necessari» per porre «fine alla catena ininterrotta di illeciti volti al conseguimento rapido ed efficace di ingenti profitti in danno dello Stato». Un modus operandi, quello dell'imprenditore, scrive il gip Marzano, «destinato unicamente al conseguimento di ingenti profitti mediante il ricorso alla commissione di una serie indiscriminata di delitti finalizzati a evadere le imposte».
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