Emergono nuovi particolari sull'inchiesta per concussione che ha travolto Massimo Cundari: all'imprenditore vessato avrebbe chiesto di pagargli le rate di una Bmw e di acquistare per suo conto un articolo di lusso
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Le richieste di denaro nei confronti dell’imprenditore, commerciante di prodotti petroliferi, andavano avanti da tempo, condite da minacce più o meno velate di effettuare ispezioni nello stabilimento, alla ricerca di qualche irregolarità.
Paura di ritorsioni
Per questo l’uomo, temendo ritorsioni, si è piegato al ricatto, versando le somme richieste in più dazioni, arrivando a superare i diecimila euro. Soldi che servivano a Massimo Cundari, comandante provinciale dei vigili del fuoco di Cosenza arrestato con le accuse di concussione e falso, per pagare le rate di una nuova automobile, una Bmw, e coprire le spese dell’alloggio della figlia, iscritta all’università lontana dalla Calabria.
La scelta di denunciare
Dopo oltre un anno di vessazioni, la vittima ha deciso di spezzare quel circolo vizioso e di rivolgersi ai carabinieri per vuotare il sacco. Ai militari, l’imprenditore spiega che Cundari quell’auto nuova l’avrebbe acquistata proprio contando sul fatto che sarebbe stato lui a pagargli le rate mensili da circa 500 euro. Una pretesa ribadita dal funzionario più volte al telefono, anche quando le conversazioni hanno cominciato ad essere intercettate dalle forze dell'ordine.
Una tariffa per ogni certificato
È così venuta a galla una sequenza impressionante di versamenti, con una mazzetta da pagare per ogni certificazione che i vigili del fuoco avrebbero invece dovuto rilasciare per doveri d’ufficio. L’autorizzazione per i cosiddetti gas tecnici è costata 2.500 euro, duemila sono stati invece necessari per le verifiche di idoneità degli impianti, mille euro per un parere di conformità ed altri mille per dare il via libera ad una Scia. A questi bisogna aggiungere duemila euro liquidati dall’imprenditore come anticipo sulle rate dell’auto acquistata da Cundari.
Comprami un borsello
C’è poi anche la singolare richiesta di acquisto, attraverso un portale specializzato del web, di un borsello marcato Louis Vuitton. Cundari, secondo quanto si evince dalle indagini, avrebbe consegnato all’imprenditore il codice del prodotto chiedendogli esplicitamente di comprarlo per suo conto e di portarglielo. La disinvoltura del funzionario inducono i magistrati a ritenere che quello denunciato non sia un episodio isolato.
L’ultima richiesta
Dopo il lockdown arriva una nuova richiesta, condita da un avvertimento: i vigili del fuoco stavano per effettuare un controllo all’interno dell’azienda di prodotti petroliferi. Il resto è storia nota: i carabinieri preparano la trappola e filmano la consegna dell’ultima bustarella. Poi bloccano Cundari, sequestrano le banconote e perquisiscono il suo ufficio, completando la ricostruzione dei reati commessi dal comandante e convincendo il Gip a disporre la carcerazione preventiva.