Cundari, accusato di concussione e falso in atto pubblico, si rivolgeva così all’imprenditore: «Lo Stato è lento ma prima o poi arriva, e quando arriva e non ti trova a posto, ti aggiusta per le feste»
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«Quando diventi grande i controlli sono maggiori. Quindi devi fare mooolta attenzione. Ricordati che lo Stato è lento ma prima o poi arriva, e quando arriva e non ti trova a posto, ti aggiusta per le feste». A parlare così, intercettato dai carabinieri, era il comandante provinciale di Cosenza dei Vigili del fuoco Massimo Cundari, arrestato ieri con le accuse di concussione, falso in atto pubblico e induzione indebita a dare o promettere utilità. La frase è rivolta ad un imprenditore operante nel commercio di prodotti petroliferi che con la sua denuncia ha dato il via all'inchiesta.
La denuncia dell’imprenditore
L'imprenditore si è presentato ai carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Cosenza nel febbraio scorso consegnando tutto il materiale registrato e conservato (fotocopie di documenti, file audio e chat di messaggistica) durante i due anni di "accordi" con Cundari. Una decisione presa perché si sentiva minacciato per un imminente controllo che avrebbe potuto creare problemi alla sua azienda. Dopo la denuncia sono scattate le indagini e le intercettazioni che attesterebbero le richieste di denaro per il rilascio "delle autorizzazioni amministrative inerenti la realizzazione" di un impianto di Gpl. L'imprenditore ha raccontato ai carabinieri di aver dato a Cundari 8.500 euro per il rilascio di documenti e certificati utili all'attività e 2mila per pagare le rate dell'auto nuova del comandante, da versare in tre tranche, a dicembre 2018, a gennaio 2019 e a marzo/aprile dello stesso anno.
Il borsello da 1700 euro
Le altre "rate", secondo quanto riferito dall'imprenditore non sono state versate a causa di mancanza di liquidità per gli investimenti fatti per realizzare l'impianto. I carabinieri hanno anche messo una microcamera addosso all'imprenditore registrando un incontro con Cundari, avvenuto nel marzo scorso. «Cinquemila euro io ti sto dicendo, tieni mille euro e me li porti… tieni 700 euro e tu mi porti 700 euro…». Sono alcune delle frasi che gli investigatori hanno raccolto. Il vigile del fuoco avrebbe anche chiesto l'acquisto on line di un borsello di una nota marca di moda, del valore di 1.700 euro: «Almeno me la risparmio una cosa...e cominciamo a scalare» gli dice.