Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia dopo l'arresto del consiglere a Reggio Calabria contestano unitamente la gavità dei fatti
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«Non siamo giudici, né tanto meno oggi abbiamo smesso di essere garantisti. A differenza di altri, non è da Noi emettere sentenze fino a che non sarà fatta piena luce sui fatti e accertata la colpevolezza degli indagati. Tuttavia quanto sostenuto dagli inquirenti riguardo i brogli elettorali nel corso delle ultime elezioni comunali è agghiacciante, di una gravità inaudita, perché è stata messa a repentaglio la democrazia, intaccata alle fondamenta con le condotte che gli investigatori della questura hanno denunciato». Si legge nel comunicato a firma dai coordinamenti provinciali del centrodesta (Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia) reggino.
«Verità, etica, trasparenza, libertà e rispetto dell’altrui pensiero - continua la nota - sono solo alcuni dei valori trucidati, nel caso venissero confermate le risultanze delle indagini di polizia. È una notizia sconcertante per la politica reggina tutta. Ecco perché riteniamo che per correttezza nei confronti dei cittadini - la cui fiducia è stata ancora una volta violentata - l’Amministrazione Comunale vada subito fermata, in virtù del fatto che i presunti brogli elettorali avrebbero come protagonista un esponente di spicco del Partito Democratico, membro della direzione nazionale, già Capogruppo del Pd a Palazzo San Giorgio nel primo Falcomatà, detentore di importanti deleghe alla Città Metropolitana e risultato trainante per tutta la coalizione guidata da Falcomatà.
«Tutto ciò, a nostro avviso, mette in discussione la legittimità delle elezioni e del mandato politico del Sindaco stesso. Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega unitamente chiedono le dimissioni immediate della Giunta e dei Consiglieri, come atto di responsabilità istituzionale, di coscienza politica e di onestà nei confronti di Reggio Calabria».
«Ricordiamo - conclude il comunicato - che, meno di un decennio fa, questioni meno gravi hanno portato all’immediata sospensione della Democrazia in riva allo Stretto con lo scioglimento del Comune da parte del Ministero dell’Interno. Qui non si tratta di un presunto crimine personale perpetrato contro singola persona, bensì di un danno subito da tutta la Comunità, di un insulto all’intelligenza degli elettori, di una violazione di un diritto fondamentale: l’esercizio della democrazia.
«Queste accuse gravissime, che rimettono in discussione il risultato dell’ultima tornata elettorale, fanno ulteriormente vacillare un’amministrazione che anziché essere legittimata da buone azioni politiche risulta invece vacillante per via dei numerosi casi giudiziari che pendono su di Essa come una spada di Damocle. Ci aspettiamo, dunque, non l’apologia dei soliti intellettuali di Sinistra, bensì una ferma presa di posizione di tutte le forze politiche, per chiedere con fermezza un atto dovuto: le dimissioni immediate del Sindaco Falcomatà e di tutta la sua squadra».