In merito all'arresto del boss latitante Rocco Morabito, detto "Tamunga", avvenuta ieri sera in Brasile, è intervenuto anche il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri: «Grande soddisfazione per un risultato investigativo fortemente perseguito sin dal momento della fuga del Morabito. Una grande collaborazione e cooperazione giudiziaria internazionale e di polizia giudiziaria è alla base di questa successo investigativo». La cattura del boss è avvenuta al termine delle indagini coordinate dallo stesso magistrato assieme al procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e ai sostituti procuratori Diego Capece Minutolo e Alessandro Moffa. «Continui - aggiunge Bombardieri - sono stati i collegamenti della dda di Reggio Calabria con la Fiscalía Nazionale dell'Uruguay, competente per le indagini sulla fuga (di Morabito da un carcere del Paese sudamericano, anni fa, ndr), e tra le polizie giudiziarie di vari Paesi anche grazie al progetto ICan di Interpol».

«Il ros ed i carabinieri di Reggio Calabria e di Locri hanno collaborato strettamente con le polizie Giudiziarie dell'Uruguay e del Brasile con il supporto di Fbi e Dea (agenzie Usa, ndr). La dda di Reggio Calabria grazie anche alla collaborazione della Procura generale di Reggio Calabria, il cui titolo custodiale era in esecuzione, ed in ultimo della Dda di Torino, ed al supporto nella cooperazione internazionale di Eurojust e della direzione generale affari internazionali e cooperazione giudiziaria del ministero della giustizia , ha costantemente diretto le indagini».

I complimenti del ministro dell'Interno

«Complimenti all'arma dei carabinieri e al servizio per la cooperazione internazionale di polizia della criminalpol per l'operazione, coordinata dalle procure antimafia di Reggio Calabria e Torino, che ha condotto all'arresto di Rocco Morabito nel nord del Brasile»: così il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese. «Ancora una volta la determinazione, la dedizione e la professionalità di tutti gli investigatori coinvolti - aggiunge - hanno consentito di assicurare alla giustizia, dopo due anni di complesse e articolate indagini, l'esponente di primissimo piano della 'ndrangheta, considerato il secondo latitante più pericoloso dopo Matteo Messina Denaro, e insieme a lui, Vincenzo Pasquino, personaggio di spicco del narcotraffico internazionale e inserito nell'elenco del Viminale dei latitanti più pericolosi». In conclusione: «Un risultato straordinario che dimostra la capacità di magistratura e forze dell'ordine di contrastare in modo efficace la criminalità organizzata e le sue ramificazioni internazionali grazie alla proficua e intensa collaborazione di polizia sviluppata nell'ambito del progetto "I can", promosso e finanziato dal ministero dell'Interno e condotto dall'Interpol per intensificare lo sforzo comune nella lotta alla 'ndrangheta e a tutti i suoi interessi illeciti transnazionali» ha aggiunto il ministro Lamorgese sottolineando infine «l'impegno quotidiano concreto per garantire legalità e sicurezza».