Sgominata una banda dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti. Giovani, uomini e donne, per lo più con precedenti alle spalle che operavano lungo l’asse Corigliano Rossano. L’operazione denominata Portofino vede coinvolti 63 persone a vario titolo. Originariamente sul tavolo del Gip erano finite 20 richieste di misura cautelare, poi ridotte a 14.

Sono venuti meno evidentemente gli indizi di colpevolezza per Michele Guariono, Marta Jamka, Antonio Cosimo Golluscio, Gianluca e Giorgio Sarlie Antonio Fahr.

Arresti a Corigliano Rossano: i nomi

Raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere:

  • Vincenzo e Pasquale Aquino (padre e figlio);
  • Gianluca Abate
  • Pierluigi Filidoro
  • Mario Filadoro
  • Amedeo Infrida

    Ai domiciliari:

  • Pier Giuseppe Cangiu
  • Rosario Docimo
  • Giovanni Scura
  • Giuseppe De Patto

    Obbligo di firma:

  • Loredana Ruggieri
  • Anna Forte
  • Emilia Iuliana Alexa
  • Gian Luca Pometti

    Le piazze di spaccio erano prevalentemente le zone centrali della città: Piazza Salotto (Corigliano), Piazza San bernardino Le Fosse (Rossano), Piazzetta Portofino (Schiavonea) e il centro storico di Corigliano.  L’operazione è stata portata a termine dagli uomini del commissariato di pubblica sicurezza di Corigliano Rossano guidato dal dirigente Cataldo Pignataro sotto il coordinamento della procura della repubblica del tribunale di Castrovillari direttamente dal neo procuratore capo Alessandro D’Alessio.  

    Il fascicolo è in mano al sostituto procuratore Flavio Serracchiani. Le misure portano la firma del Gip Lelio Festa. Dovranno rispondere di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.  

Arresti a Corigliano Rossano, le indagini

L’operazione è scattata questa notte, alle tre, impegnati pure i poliziotti dei reparti prevenzione crimine di Cosenza e Vibo Valentia. I fatti risalgono nell’arco di tempo che va dal 2019 e al 2020. Complessivamente sono stati sequestrati in tutto il periodo che ha riguardato l’inchiesta per 4 chili di droga, tra hashisc e marijuana, in quantità minore anche la cocaina.

L’approvvigionamento avveniva tra la Puglia e la Campania, anche e soprattutto per una ragione: l’erba spesso non veniva ritenuta di qualità. E allora ci si rivolgeva altrove. In molti casi, ma per produzioni minime si faceva ricorso alle produzioni fai-da-te nelle proprie abitazioni.

In questa direzione non pochi sono stati gli arresti in passato effettuati dai poliziotti. Su Corigliano le figure preminenti erano gli Aquino, su Rossano Gian Luca Abate. Altre figure svolgeva le funzioni di intermediari. In un caso, pare che Aquino si sia accorto di essere intercettato ed inveiva contro i poliziotti. Le indagini, in effetti, sono state corroborate da una serie di attività, anche per via telematica, attraverso l’impiego dei trojan.

Spaccio anche in ospedale

Avvenivano anche in prossimità o all'interno dell'Ospedale civile le cessioni di droga, con la partecipazione talvolta di minori, da parte della rete di spacciatori, che rifornivano dipendenti del nosocomio, smantellata a Corigliano Rossano nell'ambito dell' operazione "Portofino". Dalle intercettazioni sono state decriptate espressioni utilizzate da spacciatori e assuntori: "dieci o cinque giga" per identificare il quantitativo e il tipo di stupefacente in grammi, ma anche "biglietto della giostra", "le pizze come l'altra volta" o le "caramelle piccole" e quelle "a sbriciole" o ancora le "storie". Nel corso dell'indagine sono stati effettuati arresti in flagranza collegati e a riscontro delle attività in corso e sono stati sequestrati complessivamente circa 4 chili di stupefacenti tra hashish e marijuana. Durante le perquisizioni effettuate contestualmente all'esecuzione delle misure, invece, sono stati trovati 112 grammi di marjuana suddivisa dosi

Gi autori usano un linguaggio criptato 

Nutrito il frasario usato dagli indiziati per depistare gli investigatori durante le trattative per l’acquisto e la cessione dello stupefacente, caratterizzato da espressioni allusive quali “moto”, “bella pallina”, “pallone buono”,  “imbasciata di lavoro”, “documenti”, “l’operaio… lo stesso che abbiamo fatto lavorare l’altra volta”, “due casse”, “materiale buono”, “vino”, “macchina e quattro ruote ”, “la legna”.. pastiglia”, “aperitivo”, “due collari”, “biglietti della giostra”, “olio”, “le pizze come l'altra volta”, “caramelle piccole”, “caramelle quelle a sbriciole ”, birra di prima”, “giostra”, “mezza birra”, “due birre”, “5 giga”, “la stecchetta”, “anche quello nero”, “dieci giga”, “tre storie”. Gli arrestati sono stati trasferiti presso la casa di reclusione di Castrovillari.