Pioggia di reazioni a seguito dell’inchiesta antimafia che ha registrato 202 arresti. E c’è chi invoca le dimissioni del sindaco di Rende, Manna, finito ai domiciliari
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
La Calabria saluta l’avvio del mese di settembre con una maxi retata della Dda di Catanzaro, coordinata dal procuratore capo Nicola Gratteri, contro la ‘ndrangheta cosentina. 202 gli arresti, ben 254 indagati. Tra le persone arrestate anche il sindaco di Rende, Marcello Manna, finito agli arresti domiciliari, per una presunta corruzione politica-elettorale, risalente alle elezioni comunali del 2019. Numerose le reazioni a seguito dell’inchiesta denominata “Sistema”.
Il presidente Occhiuto: «Lo Stato è presente, bene lavoro Gratteri»
«Ho letto con attenzione le notizie in merito alla vasta operazione anti ‘ndrangheta effettuata dalla Dda di Catanzaro nel cosentino, con l’esecuzione di 202 ordinanze di custodia cautelare. L’iniziativa degli inquirenti rappresenta un’efficace azione di contrasto alla criminalità organizzata, che troppo spesso soffoca lo sviluppo dei nostri territori a danno della Calabria sana e pulita che ogni giorno si spende per affermare una Regione che vuole crescere libera ed emancipata». Così il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto.
«Siamo convinti che il lavoro messo in campo dal procuratore Nicola Gratteri, dai suoi magistrati e dalle forze di polizia sia di vitale importanza, anche perché segna la presenza forte dello Stato contro gli interessi illeciti e purtroppo ancora troppo diffusi. Si attendono ora i successivi sviluppi giudiziari, per verificare ruoli e responsabilità rispetto alle ipotesi di reato. Sono e resto un convinto garantista, e sono sicuro che i fatti saranno accertati con grande rigore».
Ferrara: «La legalità prevalga sempre»
L'eurodeputata Laura Ferrara in una nota di commento all'operazione della Dda di Catanzaro, scattata questa mattina a Cosenza ha affermato: «Questa mattina a Cosenza è scattata una maxi operazione antimafia ad opera della Dda di Catanzaro.
Nello specifico, 139 sono le persone finite in carcere, 50 ai domiciliari, 12 obblighi di dimora e un divieto di esercizio della professione. Coinvolti anche diversi amministratori locali. Il quadro delineato, per quanto riguarda le accuse mosse dagli inquirenti, è come sempre desolante: associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti aggravato dalle modalità e finalità mafiose, associazione a delinquere finalizzata a commettere delitti inerenti all’organizzazione illecita dell’attività di giochi. A farne le spese è ancora la collettività, ecco perché è importante che la verità emerga al più presto e che la legalità e la trasparenza prevalgano sempre».
Parentela: «La Calabria va bonificata dalla ‘ndrangheta»
«La Calabria va bonificata dalla ’ndrangheta, che inquina imprese, politica e istituzioni, controlla, impoverisce e danneggia il territorio, che quindi si spopola». Lo ha dichiarato, in una nota, il deputato 5s Paolo Parentela, con riferimento alla recente operazione, coordinata dalla Dda di Catanzaro, che ha portato a 202 arresti nel Cosentino, con ipotesi di reato molto gravi e con il coinvolgimento di amministratori comunali di Rende e di Cosenza. «Gratteri e i suoi uomini – continua il deputato del Movimento 5 Stelle – hanno tutta la nostra fiducia. Mi auguro che l’inchiesta proceda nella maniera più spedita possibile. Nel frattempo, la politica non può abbassare la guardia o restare immobile o, peggio, muta. I partiti facciano pulizia morale al loro interno, laddove ci fossero gravi indizi o pesanti sospetti di rapporti con la criminalità organizzata». «Si tratta – conclude Parentela – di una priorità per tutti i partiti, che hanno il dovere di vigilare, indipendentemente dagli sviluppi dei procedimenti giudiziari, sulla correttezza personale dei loro dirigenti, candidati, eletti ed iscritti».
Baldino: «Manna si dimetta»
Quindi l’intervento di Vittoria Baldino, capogruppo Movimento 5 Stelle per la I Commissione Affari costituzionali della Presidenza del Consiglio e Interni nonché candidata collegio uninominale alla Camera / Corigliano Rossano – Crotone: «Il sindaco di Rende Marcello Manna, per cui nella giornata di oggi sono stati disposti gli arresti domiciliari con l’accusa di scambio elettorale politico mafioso, rassegni subito le dimissioni da presidente tanto dell’Anci Calabria quanto dell’Ato Cosenza. La magistratura certo accerterà la fondatezza o meno delle accuse, e mi auguro che sia dimostrata la sua innocenza, ma chi rappresenta le istituzioni, specie se agisce in rappresentanza di tutti i comuni calabresi e si occupa in qualità di presidente Ato della questione rifiuti, da sempre oggetto di attenzione in Calabria per le infiltrazioni mafiose, a fronte di accuse così gravi, considerando anche la sua sospensione dalla carica di sindaco di Rende, non può non rassegnare le proprie dimissioni a tutela del fondamentale rapporto di fiducia che intercorre tra cittadini e politici eletti. La maxi operazione di oggi contro la ‘ndrangheta – ha poi aggiunto - mi rende ancora più orgogliosa di far parte del M5s, forza politica che proprio in Calabria ha voluto candidare due esponenti di spicco nella lotta alla criminalità organizzata quali i dottori Cafiero De Raho e Roberto Scarpinato, e che nel corso di quest’ultima legislatura si è distinta per l’approvazione dello “Spazzacorrotti” favorendo per taluni reati l’uso delle intercettazioni. Come sottolineato dal presidente Conte, per il M5s il contrasto a mafie e corruzione è un’urgenza e siamo, quindi, fieri di essere alfieri della legalità anche in queste elezioni del 25 settembre».
Bruni: «Colpo durissimo»
Non sono mancate le dichiarazioni di Amalia Bruni, vicepresidente della Commissione antindrangheta in seno al Consiglio regionale: «Un colpo durissimo – ha sostenuto - è stato inferto questa mattina all’alba da un’operazione condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore Nicola Gratteri che ha visto 201 provvedimenti cautelari contro persone sul cui capo pesano ipotesi di reati molto gravi. Il blitz ha coinvolto anche persone raggiunte a Milano, Agrigento, Napoli, Novara, Parma, Torino e in tutto sono indagate oltre 250 persone. Fra di loro ci sono politici locali, professionisti, imprenditori e esponenti delle ndrine. Il periodo preso in considerazione va dal 2017 alla fine del 2021 e sono state portate avanti con intercettazioni ambientali e telefoniche oltre a una serie di dichiarazioni di collaboratori di giustizia.
I reati di cui dovranno rispondere vanno dall’associazione per delinquere di stampo mafioso a quella per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti fino all’organizzazione illecita di giochi d’azzardo e di scommesse, il riciclaggio, il trasferimento fraudolento di beni e valori, estorsioni, usura, esercizio abusivo del credito, danneggiamenti, reati in materia di armi, delitti contro la persona, contro il patrimonio, contro la pubblica amministrazione, traffico di stupefacenti, reimpiego di denaro in attività economiche, intestazione fittizia di beni, scambio elettorale politico-mafioso. Una serie di reati da far accapponare la pelle, siamo grati al procuratore Nicola Gratteri e a tutti i suoi uomini e donne – ha rimarcato - per questo suo impegno incessante per tutelare la legalità in Calabria, le Istituzioni e i cittadini onesti saranno sempre al suo fianco per sostenerlo in ogni modo. Nessuno che vive al di fuori delle regole democratiche e della legalità deve sentirsi al sicuro e l’opera di repressione di magistratura e Forze dell’Ordine devono avere la vicinanza di tutta la comunità calabrese. Naturalmente in un Paese democratico come l’Italia prima di dare un giudizio definitivo si aspetta la lettura della sentenza per ogni singolo imputato, quindi seguiremo con attenzione l’evoluzione dell’inchiesta».
Meetup Rende: «Città in mano alle ‘ndrine»
Chiara la posizione degli attivisti 5 stelle di Rende: «Non possiamo rimanere in silenzio dopo lo tsunami giudiziario che ha investito la nostra città: il sindaco agli arresti domiciliari insieme ad un assessore. In una inchiesta portata avanti dalla Dda di Catanzaro che coinvolge anche il fratello di un assessore con delega alle politiche sociali, nonché segretaria del circolo cittadino del Pd e da stamane vice sindaca del Comune di Rende: Annamaria Artese. Non possiamo stare in silenzio e anzi chiediamo a tutti oggi di far sentire la propria voce, soprattutto alla minoranza in Consiglio ma anche all’esecutivo, per una discussione seria che possa coinvolgere la parte sana della nostra comunità, che immaginiamo essere la stragrande maggioranza.
Al netto delle responsabilità e della colpevolezza, aspetti che saranno stabiliti da un tribunale e non da noi, è importante focalizzare l’attenzione sulle questioni etiche che incidono anche nella buona amministrazione.
Quello che questa inchiesta ci sta raccontando, attraverso la cronaca giornalistica, è una città nelle mani delle ’ndrine con la compiacenza e connivenza di una parte della politica. Noi tutto questo non lo possiamo accettare e vogliamo un cambio di passo immediato, al fine di salvaguardare il buon nome della città e dei suoi abitanti. Chiediamo le dimissioni immediate del sindaco Marcello Manna e dell’assessore Pino Munno per consentire nuove elezioni e una prosecuzione normale dell’attività amministrativa».
Pd Calabria: «Quadro desolante»
«Le indagini che hanno portato al maxi blitz di stamane - ha scritto poi il Pd Calabria - tracciano l’ipotesi di un quadro desolante per i calabresi, ma ci consentono anche di apprezzare il quotidiano lavoro che le forze dell’ordine e la magistratura svolgono in maniera sinergica e congiunta. La Calabria ha bisogno che le forze sane e leali alla Costituzione condividano la loro azione di netto contrasto alla ndrangheta e alle storture da essa derivanti, in ogni campo.
Il Partito Democratico, pur certo che saranno le sedi opportune a poter esprimere una qualsiasi sentenza e rispettando la presunzione di non colpevolezza, esprime massimo apprezzamento per l’immane lavoro messo in campo dal procuratore Nicola Gratteri e dai tanti uomini dello Stato, segno che l’attenzione sulla legalità e la giustizia è sempre viva, a tutela dei calabresi onesti».