Non ci può essere la nascita di una confederazione dei clan cosentini senza che vi sia il benestare degli storici boss di Cosenza e dintorni. Ma il “placet”, in questo caso, è datato nel tempo, messo in “stand-by” in attesa che gli eventi prendessero la strada giusta, come (ad esempio) uccidere uno che poteva creare problemi alle cosche. Parliamo di Luca Bruni, storia nota, ma giudiziariamente ancora aperta.

Nell’ultima inchiesta della Dda di Catanzaro, i magistrati antimafia hanno ripescato, per avvalorare le loro tesi, i vecchi boss che hanno segnato gli ultimi 20 anni della storia criminale cosentina. Fanno parte degli indagati a piede libero, perché ormai sono in carcere con sopra le spalle più di un ergastolo definitivo, e quindi, le esigenze cautelari non sussistono.

Di chi parliamo? Iniziamo da Giovanni Abruzzese, detto il “Cinese”, uno dei primi “zingari” ad essere battezzato e al quale fu consegnata una dote dai patriarchi della ‘ndrangheta cosentina. All’epoca, a Cassano si “incoronava” Francesco Abbruzzese “Dentuzzo”, ma questa è un’altra storia. Proseguendo tra i soggetti a piede libero, compare il nome di Fioravante Abbruzzese “Banana”, padre degli attuali “reggenti” del clan di via Popilia, in carcere da tanti anni.

La lista va avanti con Gianfranco Bruni “U tupinaro”, della vecchia guardia degli italiani, così come Gianfranco Ruà, in carcere da quasi 30 anni, e ancora oggi indagato per mafia. Ruà negli ’80-’90, come Lanzino, Patitucci e Bruni, era tra i colonnelli più fidati di Franco Pino, boss pentito, ma ricordato ancora da qualcuno con “rispetto”. E poi ci sono Ettore Lanzino, Franco Presta e Maurizio Rango (fine pena mai per “Nuova Famiglia“), protagonisti in negativo negli ultimi 12 anni, con latitanze e arresti per omicidio, ormai consolidati.

Tra gli indagati ci sono anche Ettore Sottile e Carlo Lamanna, il primo condannato in “Nuova Famiglia” e sotto processo per il delitto Bruni, il secondo invece in carcere per Telesis, e a giudizio per l’omicidio Marincolo.

Infine, nell’elenco degli inquisiti risultano anche Adolfo Foggetti, Daniele Lamanna, Luciano Impieri, Anna Palmieri e Celestino Abbruzzese “Micetto”. Una cosa l’abbiamo notata. Il vero fautore (insieme a Patitucci) della presunta confederazione mafiosa, a Cosenza post 2010 non c’è: Franco Bruzzese.