Un penalista tenace e zelante nel suo lavoro e un politico locale perbene, ma assai sfortunato. Sono stati i due calabresi accomunati da una sorta di processo kafkiano balzato agli onori delle cronache nazionali nella trasmissione Quarta Repubblica condotta da Nicola Porro su Rete 4 a inizio settimana. Il caso, come premesso riportato alla ribalta da Mediaset, è quello dell'ex assessore del Comune di Santa Severina (nel crotonese) Giuseppe Selvino, che per stessa ammissione della polizia - asserisce la vittima dell'ingiusta detenzione durante il servizio televisivo - in un'intercettazione, capita male, disposta dalla Dda del capoluogo nel 2017 nell'ambito dell'inchiesta Basso Profilo, viene (ri)collocato dalla sua cittadina addirittura nel territorio di Vallefiorita mentre starebbe oltretutto partecipando a una cena con un imprenditore sospettato di essere colluso con la 'ndrangheta.

Tanto basta quindi, ovvero sulla base di quanto ascoltato ma dalla voce di altri soggetti in realtà, per arrestare Selvino e porlo ai domiciliari con l'accusa di turbativa d'asta commessa in favore di una consorteria malavitosa. Il diretto interessato, però, si professa subito innocente pur venendo in sostanza estromesso dall'esecutivo comunale. E qui entra in gioco l'avvocato, il catanzarese Eugenio Felice Perrone, che propone rapida istanza di (ri)verifica della captazione ambientale, perfino banalmente asserendo (come peraltro poi dimostrato) che una delle persone ascoltate non era Selvino bensì di un altro Giuseppe. Detto-fatto, perché così è. Solo che, pur liberato e riabilitato con immediato ritorno in Giunta su pressante richiesta del sindaco stesso, Selvino ci mette appena 15 giorni a fare marcia indietro. Stavolta in maniera definitiva. 

È infatti ormai minato nella mente, atterrito dal dover firmare un qualsiasi documento per non incappare in altri guai seri e spaventato anche soltanto da un paio di auto che la notte per puro caso transitano nei pressi della sua abitazione, vivendo il continuo trauma di una nuova, del tutto eventuale per la verità, carcerazione. Davvero una brutta vicenda, insomma, che Perrone ha sì brillantemente risolto sul piano tecnico, ma non potendo purtroppo porre fine anche al problema più grave. Il trauma, cioè, che Selvino si porterà cucito addosso come una spaventosa toppa nera chissà per quanto tempo ancora. Sarà per questo che dopo l'onta dell'ingiustificato arresto, subito peraltro a più di 60 anni, adesso preferisce fare il manovale anziché il pubblico amministratore