Le manette ai polsi di Antonio Falcone, sono scattate nel primo pomeriggio, poco dopo le ore 15, quando i militari del Nucleo di Polizia economico finanziaria delle fiamme gialle di Cosenza, si sono presentati a casa del sindaco di Celico, per eseguire una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale su richiesta della Procura guidata da Mario Spagnuolo.

Il primo cittadino del comune presilano, è accusato di concussione. Avrebbe intascato indebite somme di denaro da un imprenditore al quale avrebbe chiesto anche di eseguire gratuitamente lavori di impiantistica in una sua abitazione in fase di costruzione, minacciandolo di escluderlo dagli appalti pubblici del comune presilano e di quelli degli altri enti locali del comprensorio, se non avesse pagato.

Le indagini hanno preso il via dalla denuncia sporta dallo stesso imprenditore nella caserma della Guardia di Finanza. Dagli approfondimenti condotti sarebbe emersa anche un'altra minaccia del sindaco nei suoi confronti: quella di ritardare la liquidazione per lavori svolti per conto del municipio. Le verifiche svolte dai finanzieri avrebbero permesso di accertare, in almeno due distinte occasioni, la consegna dei soldi richiesti a titolo di tangente.

48 anni, impiegato postale, Falcone si era dimesso quando aveva appreso di essere indagato, il 16 luglio scorso. In quella circostanza gli venne anche sequestrato il telefono cellulare. Aveva lasciato l'incarico pubblico forse per cercare di evitare l'arresto, mettendosi nelle condizioni di non poter inquinare le prove, nè reiterare il reato. Ma il giudice ha ritenuto gli elementi indiziari raccolti sufficienti a giustificare la custodia in carcere.