C’è un progetto faraonico per un investimento da 26 milioni di euro sul piatto: 120mila metri quadri di cemento fresco per costruire 350 camere sulla spiaggia di Squillace. Un investimento che fa gola a Enzo Calatafi, responsabile regionale del Tour operator tedesco Tui e accusato di essere uno dei referenti delle cosche vibonesi, e Pasquale Anastasi, ex dirigente del dipartimento Turismo e beni culturali della Regione (attuale presidente della Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime voluta dalla mistica di Paravati Natuzza Evolo), finito nell’inchiesta Olimpo scattata questa mattina, che gli è costata gli arresti domiciliari. Per lui l'accusa è traffico di influenze illecite. Sarebbe proprio Anastasi (ufficialmente in pensione dal dicembre del 2016) l’ingranaggio che per conto di Calafati sarebbe riuscito a intercettare una montagna di soldi pubblici. 

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Il progetto per appropriarsi dei fondi è semplice, è lo stesso Calafati a illustrarlo al manager tedesco della Tui, terza parte di questo triangolo: «Uno è il contributo del 50%, uno è il proprietario del terreno che investe, mi segui? Una piccola parte rispetto a tutto l’investimento la deve mettere la Tui, cioè mi spiego… se il progetto è di 30 milioni, la Tui deve mettere 6-7 milioni in totale! Per avere il 51% cioè per avere la maggioranza dell’albergo… è un grande affare non so se mi spiego. Dobbiamo fare un meeting – dice Calafati prospettando all’interlocutore la necessità di un incontro preliminare tra i proponenti del progetto, da affiancare in seguito ad un altro meeting allargato anche all’allora Presidente della Regione, Mario Oliverio – non possiamo parlare così al telefono».

Una spiegazione chiara che Dieter Scenk, numero uno del tour operator tedesco capisce al volo: «Noi facciamo la strada e dopo si farà un secondo meeting con il Presidente della Calabria». Riunione poi effettivamente svolta ad Hannover nell’aprile del 2017.

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Di ritorno dalla Germania, Calafati e Anastasi sono entusiasti. Intercettati dalle forze dell’ordine sono impazienti di iniziare l’operazione. Iniziando da un bando ad hoc da redigere per l’occasione. «Ho parlato con il presidente è contentissimo – dice l’ex manager regionale – è già pronto il parere di coerenza aspetta solamente il decreto… definito tutto!... tutto gli ho detto, di particolari, l’apertura assolutamente totale».

Il piatto per coprire il “lavoro” di Anastasi e Calafati è ricco: un milione di euro da giustificare con una consulenza. Una somma forte che i tedeschi, secondo i due indagati, avrebbero comunque pagato a fronte di un investimento così importante. Un affare da portare a termine con la costituzione di due società – una per l’acquisizione del terreno dove fabbricare la struttura, una come intermediaria per la vendita alla Tui – e che prevedeva l’estromissione dei legittimi proprietari del terreno.

«Questo è un treno che non passa più cazzo. Pasquale, dove lo prendi più?» dice entusiasta il manager alla sua interfaccia negli uffici pubblici. «Si – gli fa eco nelle intercettazioni l’ex funzionario pubblico di fatto ancora in sella – il Presidente gli dà subito parere, perché ci vuole… senza parere della Regione non vai da nessuna parte. Va bene? Che Mario aspetta la risposta… gli ho detto che ci incontriamo con loro là, ha detto assolutamente si».

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L’affare, alla fine, salterà ma, scrive il Gip: «L’attività tecnica consentiva quindi di accertare come l’Anastasi fosse un intermediario accreditato del Presidente della Regione e come i suoi interessi personali fossero connessi alla funzione pubblica di promozione turistica che lo stesso esercitava».

«Quando mi dà tutte le risorse del turismo da investire – spiega Anastasi – lì possiamo camminare e fare quello che vogliamo, ho capito… è chiaro… puoi prendere impegni, puoi fare».

L'ex ClubMed di Pizzo

Saltato il progetto Squillace, il gruppo non si perde d’animo e sposta i suoi interessi immediatamente verso l’ex ClubMed di Pizzo. Non prima di avere ritagliato un bando regionale di offerta turistica per un importo di 18 milioni di euro «da impiegare per il miglioramento e la qualificazione dei servizi turistici e dell’offerta ricettiva delle imprese turistiche regionali».

Bando che redige lo stesso Anastasi. In una conversazione intercettata dagli inquirenti Anastasi, in stanza con il presunto sodale Calafati, chiamo l’ex presidente Oliverio per spiegargliene i termini: «Mario, l’abbiamo finita, tutto ok, vanno bene i 30 giorni, vanno bene i quattro lotti, vanno bene la parte facoltativa che propone altre destinazioni… giovedì lo pubblichiamo… oggi lo abbiamo finito». Bando regolarmente pubblicato il successivo 31 marzo 2017 «in linea – scrive il Gip – con il propolato della Regione».