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I carabinieri del comando provinciale di Modena hanno eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura distrettuale antimafia di Bologna a carico di Carmine Sarcone, 39 anni, indagato per associazione di tipo mafioso e ritenuto elemento di vertice della 'ndrangheta emiliana autonomamente attiva in Emilia collegata alla cosca Grande Aracri di Cutro (Crotone), e presunto attuale reggente del gruppo Sarcone.
Nel corso delle indagini, dirette dal procuratore distrettuale Giuseppe Amato e dai sostituti procuratori Marco Mescolini e Beatrice Ronchi, sono state riscontrate le dichiarazioni rese da diversi collaboratori di giustizia, tra cui Antonio Valerio, Giuseppe Giglio e Salvatore Muto. Secondo l'accusa, Carmine Sarcone avrebbe partecipato alle riunioni tra gli esponenti della consorteria in occasione delle quali venivano pianificate le condotte criminose della cosca e prese le decisioni fondamentali per il mantenimento e il rafforzamento dell'organizzazione.
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Inoltre, sempre secondo l'accusa, Carmine Sarcone avrebbe svolto la funzione di rappresentante dei fratelli Nicolino, 54 anni, e Gianluigi, 47 anni, attualmente detenuti, svolgendo compiti di direzione della consorteria e dirimendo i contrasti interni alla struttura. In sintesi, e' contestata all'arrestato la gestione diretta dell’attività criminosa e del patrimonio illecito della cosca. L’attività investigativa, infine, ha consentito di raccogliere elementi indiziari in ordine a condotte tenute da Carmine Sarcone durante il processo contro la 'ndrangheta "Aemilia" attualmente in corso presso il Tribunale di Reggio Emilia tese, secondo l'accusa, all'indottrinamento e alla minaccia nei confronti di alcuni testi.
Nel contesto dell'operazione, militari dei comandi provinciali dei carabinieri di Modena, Piacenza e Crotone stanno eseguendo decine di perquisizioni domiciliari in diverse province della penisola volte alla ricerca di armi nella disponibilità della cosca.