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E' toccato a Domenico Pallaria, direttore generale dei dipartimenti Lavori pubblici e Ambiente e a Giuseppe Giuliano dirigente dell'Arpacal, spiegare nel pomeriggio di oggi, al pubblico ministero Alessandro Prontera, titolare dell'indagine, le modalità dell'iter sul presunto appalto irregolare all'Agenzia regionale per la salute all'Ambiente. Quello relativo all'aggiudicazione della gara di un immobile di tre piani ubicato a Castrolibero, dove sarebbero dovuti sorgere i laboratori Arpacal. Una struttura costata 2milioni 152mila euro, oggetto di una gara annullata e poi ripescata con un solo concorrente, la Efim finanziaria del gruppo Dodaro. Anche se questo è solo uno degli aspetti su cui i dirigenti hanno interloquito con il pm. Sulle altre tematiche trattate vige il più assoluto riserbo. Nei giorni scorsi sono stati sentiti in qualità di persone informate sui fatti, l'ex direttore Vincenzo Mollace e Giacinto Ciappetta all'epoca dei fatti dirigente dell'Agenzia regionale per la protezione all'Ambiente, Salvatore Corroppolo dirigente del dipartimento regionale alle Politiche ambientali e dell'avvocato Valerio Donato. E a quanto pare manca poco alla chiusura della fase istruttoria che consentirà ai magistrati di chiudere il cerchio su una vicenda anomala costata un buco milionario alle casse della Regione al punto da non poter approvare i successivi bilanci e di individuare i presunti responsabili di una gara "nata male " fin dall'inizio.
Un bando che ha avuto un solo concorrente, in prima battuta annullato perché ritenuto inammissibile per l'uso cui era destinato. Sì perché la naturale destinazione dell'immobile era per uffici pubblici e non per laboratori. E non è poco visto che l'oggetto del concorso era l' "acquisto dorsale laboratoristica". Ma c'erano anche altri parametri tecnici che non andavano, come l'altezza. Un appalto che in qualche modo andava fatto, andava per forza di cose aggiudicato, al punto da ripescare un bando archiviato per aggiudicarlo alla Efim finanziaria del gruppo Dodaro. Sarebbe bastato modificare una leggina ed ottenere un parere positivo di fattibilità. Salvo poi rendersi conto che si trattava di laboratori fantasmi, mai trasferiti in quella struttura di Castrolibero. Un'inchiesta, quella sull'Arpacal arrivata sulla scrivania dell'ex sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Gerardo Dominijanni, che trasferitosi a Reggio in qualità di aggiunto, è finita nelle mani del collega Prontera.
Gabriella Passariello
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