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Nella giornata di ieri a Reggio Calabria, i Carabinieri della Stazione Pellaro, unitamente ai militari del Nucleo Cinofili del Gruppo Operativo Calabria di Vibo Valentia, guidati dal maggiore Mariano Giordano, comandante della Compagnia Carabinieri capoluogo, hanno arrestato Gianluca Scaramozzino, 40 anni da Reggio Calabria, coniugato, meccanico, già noto alle forze dell’ordine, per i reati di detenzione di materiale esplosivo e bellico, di armi comuni da sparo alterate e ricettazione.
In particolare i militari della Stazione, a seguito di informazioni assunte nel corso degli ordinari servizi di controllo del territorio ed all’esito di conseguenti, specifici e mirati servizi, insospettiti dal comportamento e dalle abitudini che nell’ultimo periodo l’uomo aveva intrapreso, hanno proceduto nella mattinata odierna ad effettuare un’accurata perquisizione domiciliare presso l’officina di sua proprietà, rinvenendo abilmente occultati: un panetto di tritolo con denotatore del perso di circa 430 grammi; una pistola marca p. beretta cal. 7,65 la cui provenienza è ancora in fase di accertamento; una pistola cal. 7,65 con matricola abrasa; una pistola cal. 6,35 con matricola abrasa; un fucile marca San Marco, a canne parallele mozze, cal. 12; un silenziatore artigianale per pistola cal. 6,35; una pistola “minolux” cal. 6.35. A ciò s’aggiungono due castelli per pistole cal. 6,35 con matricole abrase; un serbatoio per pistola cal. 6,35 con 5 cartucce; un serbatoio per pistola cal. 7,65; una molla per asta guida molla cl. 6,35; 9 cartucce per fucile cal. 20; 58 proiettili per pistola cal. 9; 46 proiettili per pistola cal. 7,65; 17 proiettili per pistola cal. 6,35.
Tutto il materiale è stato opportunamente repertato e sottoposto a sequestro per i successivi esami scientifici, in particolare volti ad accertare il potenziale dell’esplosivo, la cui tipologia è nota alla cronaca poiché già impiegato anche in gravi attentati, la funzionalità della “pistola minolux” in grado di essere facilmente occultata sulla persona ed utilizzata a distanza ravvicinata, nonché l’eventuale impiego delle armi da fuoco in recenti fatti di sangue.
L’arrestato, al termine delle incombenze di rito, verrà tradotto presso la Casa circondariale di Arghillà (RC).