«Si è chiusa una pagina amara per me e per tanti cittadini, le cronache ne sono piene, vittime di malagiustizia». Così commenta la sua assoluzione l'avvocato Armando Veneto, al termine del processo di secondo grado che lo ha visto imputato per il presunto coinvolgimento in un episodio di corruzione. Intermediario - secondo la Procura - tra gli esponenti della cosca Bellocco e il giudice, morto suicida, Giancarlo Giusti che li avrebbe scarcerati dietro la corresponsione di una somma di denaro.

Leggi anche

Corruzione in atti giudiziari aggravata dalle modalità mafiose e concorso esterno in associazione mafiosa, le accuse che la Dda di Catanzaro gli aveva mosso e per le quali si era visto condannare in primo grado ad una pena di 6 anni di reclusione. Ma la Corte d'Appello lo ha ritenuto innocente, oggi assolto per non aver commesso il fatto.

«Io ho subito l'onta di un giudizio che non doveva neppure cominciare perché non sono stato in condizioni di sapere che cosa mi si rimproverava e che cosa io avessi fatto per corrompere un certo giudice», spiega il penalista. «Corruzione per la quale oggi sono stato assolto con formula piena».

«Questa vicenda si somma alle tante che riempiono le cronache giornaliere e che finiscono per alimentare la sfiducia nei confronti della giustizia», ammonisce Veneto. «Ferisce questo fatto perché vorrei, da avvocato di antiche tradizioni e rispettoso del codice e delle leggi, vorrei che i cittadini fossero garantiti veramente da un giudice che lavora in tempi normali e che quando compaiono con evidenza le tracce dell'assenza delle responsabilità le dichiari, il che non è avvenuto nel mio caso».