La grotta naturale della zona Arcomagno ricadente nel Comune di San Nicola Arcella, meglio nota come Grotta del Prete, è da ricondurre al genere "demanio pubblico" e pertanto, considerato a tutti gli effetti bene pubblico, non può essere occupato o gestito da società privato, come accaduto finora. Lo ha stabilito il parere autorevole dell'Avvocatura di Stato, l'organo legale al quale si era rivolta l'Agenzia del Demanio dopo aver appreso che l'area per lungo tempo è stata occupata da una società privata.


Lo sgombero disposto dal Comune

Pertanto, con la nota n. 2018/3133 del 16/02/2018, l'Agenzia del Demanio ha invitato l'amministrazione sannicolese guidata dal sindaco Barbara Mele a prendere i dovuti provvedimenti. L'ente comunale, dal canto suo, preso atto del documento ha immediatamente emesso una ordinanza, pubblicata lo scorso 28 settembre, per l'esecuzione dello sgombero e il ripristino dello stato dei luoghi riguardante la suggestiva cavità naturale. Le operazioni di trasloco riguarderanno anche le presunte opere abusive realizzate dalla società durante la sua indebita permanenza sul suolo demaniale e dovranno avvenire entro e non oltre cinque giorni dalla ricezione della notifica, pena il provvedimento d'ufficio a spese della ditta privata.

La riscossione delle somme

Nel documento, consultabile nell'albo pretorio on line del Comune di San Nicola Arcella, si legge anche che il passo successivo sarà quello di «determinare e quindi riscuotere le somme dovute all’erario a titolo di indennizzo, in dipendenza dell'abuso in questione». La società cui si fa riferimento nella vicenda avrà sessanta giorni di tempo per presentare un eventuale ricorso. Della questione si era occupata a lungo anche Italia Nostra - sezione alto Tirreno cosentino - l'associazione ambientalista nota sul territorio per le sue battaglie a difesa dell'ambiente.