Il governatore commenta l'operazione scattata stamani che ha portato all'esecuzione di 15 misure cautelari: «Mele marce vanno estirpate»
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«L’operazione della Procura di Catanzaro e del Nucleo provinciale di polizia economica-finanziaria/Gruppo tutela spesa pubblica della Guardia di Finanza, che ringrazio per la preziosa attività inquirente a tutela della cosa pubblica e della cittadinanza, mette in luce uno spaccato inquietante. Se i fatti contestati fossero confermati, si tratterebbe di illeciti gravissimi contro lo Stato, contro la Regione, ma soprattutto contro la collettività calabrese». Lo afferma, in una nota, Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria in merito all’inchiesta scattata stamani che ha portato all’esecuzione di 15 misure cautelari. Tra i reati contestati: corruzione, concussione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, turbata libertà degli incanti, truffa aggravata ai danni dello Stato, falso ideologico, abusiva introduzione in sistema informatico ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
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«Il mio governo - continua - lavora da due anni e mezzo affinché situazioni simili non si verifichino più, e se ci sono ancora delle mele marce all’interno del sistema sanitario, è bene che le autorità giudiziarie svolgano fino in fondo tutte le indagini necessarie per fare luce su responsabilità e reati eventualmente commessi, estirpando i colpevoli. L’impegno sul fronte della legalità, soprattutto quando è in gioco il diritto alla salute, è una priorità assoluta della mia azione di governo, e saremo sempre vicini agli inquirenti e alle istituzioni che si occupano di contrastare l’illegalità e il malaffare, per bonificare la sanità calabrese. Lo siamo stati già, ad esempio, quando è stata disposta la commissione di accesso per l’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia, e lo saremmo anche se si optasse per lo scioglimento dell’Asp vibonese per fatti riferiti a diversi anni fa. Se si andasse verso questa direzione - conclude - potrebbe essere l’occasione anche per consentire ai nuovi commissari di proseguire, con maggiori poteri, nell’opera di bonifica già avviata in maniera eccellente dal generale Antonio Battistini».