L'inchiesta, che risale al 2017, aveva tentato di scoperchiare un “sistema” collaudato attraverso varie contestazioni che andavano dall’abuso d’ufficio alla corruzione. Tra gli assolti anche i tre dirigenti del Comune
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Il tribunale collegiale di Cosenza ha assolto tutti gli imputati del processo sugli appalti “spezzatino” nel comune di Cosenza. Crollano le accuse quindi contro gli imprenditori Antonio Amato e Antonio Scarpelli (Med Labor), l’allora dirigente Carlo Pecoraro, il funzionario comunale, Arturo Mario Bartucci, Francesco Amendola, Francesco Rubino, Francesca Filice, Michele Fernandez, Pasquale Perri e Giuseppe Sasso.
L’inchiesta, all’epoca coordinata dal procuratore aggiunto di Cosenza, Marisa Manzini, ora passata alla procura generale di Catanzaro, aveva tentato di scoperchiare un “sistema” collaudato attraverso varie contestazioni che andavano dall’abuso d’ufficio alla corruzione. Nessune di queste, tuttavia, ha retto all’onda d’urto dell’istruttoria dibattimentale, nonostante la pubblica accusa nella requisitoria aveva tentato di ricostruire il mosaico, chiedendo per tutti gli imputati condanne severe.
In realtà il processo è servito a mostrare le lacune investigative, emerse anche durante le dichiarazioni dibattimentali della polizia giudiziaria che su domande delle difese aveva evidenziato come alcuni degli imputati fossero stati “attenzionati” sulla base di articoli scritti su un blog. Il presidente Carmen Ciarcia, all’esito della Camera di Consiglio, ha emesso una sentenza di assoluzione che chiude molto probabilmente un’inchiesta che ambiva a ben altro. Nel collegio difensivo figurano, tra gli altri, gli avvocati Franz Caruso, Marco Facciolla, Marcello Manna, Giuseppe Manna, Ruggiero Pio Miceli, Vincenzo Adamo, Antonio Sorrentino, Attilio Santagio, Roberto Romei, Gianluca Garritano e Franco Locco.