Il gip del Tribunale di Lamezia Terme ha rinviato a giudizio Genesio Modesti, 61 anni, residente a Vibo Valentia, e Antonella Silvia Serrao, 60 anni (di Francavilla Angitola, residente a Pizzo) rispettivamente dirigente generale e dirigente per i servizi amministrativi (Dgsa) dell’istituto scolastico Don Milani di Lamezia Terme e assieme a loro un imprenditore di Vibo Valentia, Umberto Ruggiero, 40 anni.

I reati loro contesti vanno dalla turbativa d’asta, contestata a Serrao e all’imprenditore; al falso ideologico, contestato alla sola Serrao fino all’abuso d’ufficio contestato a Modesti e ancora a Serrao.

La vicenda risale 2022, quando la Procura della Repubblica di Lamezia Terme (guidata da Salvatore Curcio) ha delegato alla Guardia di finanza di Lamezia Terme (al comando del capitano Valentino Luce) indagini finalizzate a far luce su una serie di forniture effettuate da un’impresa di Vibo Valentia alla scuola lametina.

Le indagini, secondo la Procura e secondo le Fiamme Gialle, avrebbero consentito di appurare che i due funzionari scolastici avrebbero posto in essere azioni illecite per agevolare l’imprenditore di Vibo Valentia a ottenere forniture per la “loro” scuola.

Nello specifico, dalle indagini è risultato che la Dgsa Serrao, in concorso con l’imprenditore, avrebbe turbato una trattativa privata svolta mediante una gara esplorativa, con richiesta di preventivi inviati a sei ditte differenti, concernenti l’acquisto di 8 notebook. A seguito di questa ricerca di mercato, una volta esaminati i preventivi delle varie ditte, Serrao avrebbe fornito indicazioni all’imprenditore invitandolo a presentare un nuovo preventivo con un’offerta più bassa rispetto a quelle delle altre ditte concorrenti. Il nuovo preventivo, secondo l’accusa, sarebbe stato protocollato falsamente come se fosse stato ricevuto l’11 marzo 2022, quando in realtà sarebbe stato rinnovato il 14 marzo 2022.       

Infine, a Modesti e Serrao è stato contestato l’abuso d’ufficio perché in violazione dell’articolo 36 comma 1 della Legge sugli appalti - che prevede il rispetto del principio di rotazione degli inviti e degli affidamenti dei lavori per i contratti sotto soglia – avrebbero favorito un altro imprenditore vibonese (non indagato) procurandogli un ingiusto vantaggio patrimoniale. Senza rispettare il principio di rotazione, i due manager della scuola avrebbero consentito all’impresa di ottenere affidamenti sostanziosi: nell’anno 2021 la ditta avrebbe fornito servizi per oltre 74mila euro a fronte di affidamenti ad altre aziende per meno di 15mila euro. Nel 2022, invece, gli affidamenti avrebbero toccato quasi quota 63mila euro a fronte di 4.300 ottenuti da altre ditte.

L’inizio del dibattimento è fissato per il prossimo 9 luglio dinanzi al Tribunale in composizione collegiale di Lamezia Terme.

Gli imputati sono difesi dagli avvocati Francesco Monardo e Gaetano Scalomogna del foro di Vibo Valentia e dall’avvocato Vincenzo Sorgiovanni del foro di Locri.