Sono 16, complessivamente, gli indagati nell'ambito dell'inchiesta su appalti e massoneria tra l'alto tirreno cosentino e la Basilicata condotta dalla Procura di Paola. Agli arresti domiciliari sono finiti Luigi Cristofaro, di 38 anni, residente a Scalea, e Giuseppe Del Vecchio, 63, di Terranova del Pollino. Interdizione per 12 mesi dall'esercizio del pubblico ufficio per Paola Di Stio (46) di Belvedere Marittimo, responsabile dell'Ufficio tecnico del Comune di Belvedere. L'interdizione per sei mesi dall'esercizio dell'attività professionale di ingegnere è stato imposto ad Antonio Del Vecchio (47 anni), a Maria Grazia Melega (30), di Santa Domenica Talao, e a Francesco Esposito (37 anni).

Iscritti nel registro degli indagati anche gli assessori del Comune di Belvedere ai lavori pubblici Marco Liporace e al Turismo Vincenzo Cristofaro (parente non consanguineo di Luigi). Uno degli indagati è iscritto alla massoneria. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Liporace, con Di Stio e Vincenzo Cristofaro, avrebbero agevolato due imprese per escluderne altre, per aggiudicare «ad amici» almeno quattro gare riguardanti lavori pubblici dell'Ente. Secondo l'accusa, inoltre, sarebbero numerose le gare d'appalto indette dagli enti comunali oggetto di manipolazione da parte degli indagati. Tra queste, l'affidamento dei servizi tecnici e i relativi lavori del «consolidamento dei versanti in località San Giovanni e ripristino della viabilità» per un importo di 70mila euro indetta dal Comune di Aieta. In questo caso Luigi Cristofaro aveva assunto il ruolo di supporto al Rup (responsabile unico del procedimento) e non si sarebbe astenuto dalla gara cui partecipavano i fratelli Del Vecchio e la Melega, ritenuti appartenenti allo stesso sodalizio.

Gli indagati, per aggiudicarsi la gara, avevano costituito un Rtp (raggruppamento temporaneo di professionisti). Cristofaro avrebbe fatto da mediatore promuovendo l'offerta dell'Rtp al vicesindaco che invece la riteneva onerosa, riuscendo comunque a portare a buon fine l'esito della trattativa e della gara. Lo stesso gruppo sarebbe riuscito a turbare anche la procedura d'appalto relativa «all'affidamento in carico professionale per le verifiche tecniche dei livelli di vulnerabilità sismica dell'Istituto tecnico commerciale del Comune di Moliterno (Potenza)».

In tal caso, gli indagati avrebbero costituito due gruppi professionali che, attraverso la presentazione di offerte concordate, sono riusciti ad ottenere l'aggiudicazione della gara per 50mila euro spartendosi poi - secondo l'accusa - il 50% dell'appalto per ciascun gruppo. La Procura aveva chiesto l'emissione delle misure cautelari anche nei confronti degli amministratori pubblici e degli imprenditori coinvolti, che il gip non ha ritenuto opportuno concedere.