«Non ricordo nulla e non c’entro niente con Anas» è la frase con la quale Franco Cavallaro, segretario nazionale della Cisal, ha commentato il caso della sua conversazione con Denis Verdini finita nei faldoni dell’inchiesta della Procura di Roma sui presunti appalti truccati dell’Anas. Cavallaro è estraneo all’inchiesta e riferisce di aver incontrato l’ex senatore «una sola volta», per «un incontro conoscitivo, buongiorno e buonasera».

LaC News24 è in grado di ricostruire per intero la conversazione tra il sindacalista originario di Dinami e l’ex parlamentare che sarebbe uno dei tasselli del sistema che, secondo i pm, guidava le nomine nell’azienda di Stato.

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È il 24 maggio 2022, qualche mese prima delle perquisizioni a Verdini jr che accenderanno i riflettori sul caso: il software degli investigatori cattura l’incontro tra i due. Tommaso Verdini annuncia al padre l’arrivo di Cavallaro, che avviene alle 12,26, come da comunicazione della segretaria. Cavallaro dice a Verdini jr che «una sera di queste vuole presentargli i suoi dell’ente». E poi si rivolge a Denis Verdini per spiegare che conosce «il rapporto che quest’ultimo ha con Massimo Bruno e anche con Giacchetti». Massimo Bruno (non indagato) è uno dei dirigenti di punta di Ferrovie dello Stato, lo stesso con il quale il gruppo cerca un contatto quando prova a salvare Massimo Simonini, ad in uscita da Anas e successivamente ricollocato come commissario straordinario per gli appalti della statale 106. Diego Giacchetti (anche lui non indagato) è, invece, uno dei manager di Anas: ricopre dal 17 gennaio 2022 il ruolo di direttore delle Risorse umane. La conoscenza tra Cavallaro e Verdini non sarà certo profonda ma questi rapporti erano, evidentemente, conosciuti dal capo della Cisal.

Il dialogo completo tra i Verdini e Cavallaro

«Tu, per esempio… il rapporto con Massimo Bruno so che ce l’hai te», dice Cavallaro a Verdini sr. «Ehhhh…», è la risposta. Che permette al segretario del sindacato di continuare: «Lo so, che non lo so… Giacchetti è Anas. Tutto quello che non si fa, che Franco Cavallaro non può fare da una parte, lo fai tu… Tutto quello che Tommaso non può fare…». Verdini completa la frase: «Lo fai tu».

«Lo fa Franco – continua il sindacalista –. Se gli dobbiamo… se… loro devono capire che siamo… ce la devono fa’ na cosa quando ce la devono fare… gli rompiamo le palle come sindacato». Verdini commenta: «È per quello che vorrei farlo». Cavallaro: «Eh, hai capito? E andiamo a stringere tutto… a quel giorno, tanto lo facciamo».

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Sette secondi di conversazione incomprensibile prima che riprenda Verdini: «Vedrai che funziona». E il sindacalista spiega: «Io sono convinto… tanto io… io sono uno trasparente… io se ho qualcosa da dirvi non t’a mando a dire. Guarda che Tommaso la può prendere pure male ma te la devo dire. No, dico, la può prendere pure male, lo stesso pretendo che Tommaso mi dice guarda lascia perdere, non ci conviene manco impegnarci. E uno deve capire questo e in questo modo…».

La chiacchierata continua: Denis Verdini propone «di rimanere in questo modo e di sviluppare questo rapporto». Cavallaro dice «che aspetta la sua telefonata per iniziare e di sviluppare questo rapporto». Non è chiaro di quale rapporto si tratti: tra il referente nazionale della Cisal e i Verdini, comunque, sembra esserci un accordo per collaborare. Tant’è che Denis Verdini «ringrazia Cavallaro circa quello che ha fatto e quello che ha detto, riferendo che tale idea l’aveva già in testa e gliel’aveva anche già chiesta». Parole sibilline, almeno nel resoconto degli investigatori che, nei brogliacci, etichettano questa conversazione come «importante».

Verdini sr. al socio della Inver: «Cavallaro vuole collaborare»

Con i due Verdini pare esserci una certa assonanza. Appena il sindacalista calabrese lascia la stanza, Denis Verdini riferisce a uno dei soci della Inver (l’azienda al centro dei presunti affari attorno ad Anas) «che Cavallaro vuole collaborare». Verdini jr, da parte sua, spiega che «ha chiesto un po’ di aiuti su Ferrovie» e su un altro ambito che la qualità dell’intercettazione non riesce a chiarire. Il socio, Fabio Pileri, manifesta (sintesi degli investigatori) «una certa antipatia nei confronti di Cavallaro e suggerisce intanto di fargli fare il contratto e poi proseguire». Non tutti, nel gruppo Verdini, stravedono per il segretario della Cisal.

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Il convegno di Snala Cisal con Giacchetti

In effetti, il sindacato non c’entra nulla con Anas se non per questioni legate alla gestione della Snala Cisal, federazione che rappresenta i lavoratori del gruppo. Proprio Cavallaro, nel congresso di Rimini dello scorso 4 ottobre, ha lanciato l’idea di affrontare temi come «modello di esercizio, responsabilità professionale, sicurezza e smart working per sostenere lavoratrici e lavoratori del gruppo». Esordio in grande stile per la sigla sindacale: oltre ai messaggi di buon lavoro del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e del sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Giuseppina Castiello, la Cisal ha ospitato anche un intervento di Diego Giacchetti, il responsabile Risorse umane di Anas che, secondo Cavallaro, sarebbe stato in rapporti proprio con Denis Verdini.