Nel protocollo sottoscritto a Cosenza tra l'amministrazione comunale guidata da Franz Caruso e l'Associazione Antiracket e Antiusura intitolata a Lucio Ferrami, tra gli elementi di maggiore rilievo vi è l'impegno di Palazzo dei Bruzi di sostenere le vittime di reati di mafia attraverso la costituzione in qualità di parte civile in tutti i processi «perché i cittadini devono sapere di non essere soli nel contrasto ai fenomeni criminali e di poter contare sempre sulla presenza delle istituzioni al loro fianco – ha detto il primo cittadino del capoluogo – Insieme si può fronteggiare l'avanzata delle organizzazioni malavitose che bloccano lo sviluppo. Corruzione e 'ndrangheta sono il cancro che pervade a nostra realtà economico-territoriale e che frena l'iniziativa imprenditoriale – ha aggiunto Caruso – Insieme all'associazione Ferrami adesso lavoreremo per promuovere i valori della legalità e della giustizia, accendendo così anche un segnale di speranza per tutti».

La vittima dimenticata

Il documento è stato sottoscritto a margine di una conferenza stampa dallo stesso sindaco e da Pierluigi Ferrami, figlio di Lucio ucciso ad Acquappesa nel 1981  per non essersi piegato alle richieste del pizzo delle consorterie locali e per lungo tempo finito nell'oblio. «Mio padre purtroppo fu dimenticato a causa dell'omertà che per anni ha caratterizzato la Calabria in misura maggiore rispetto ad altre regioni del paese – ha denunciato Pierluigi Ferrami – Credo sia stato uno dei primi imprenditori a rifiutare di pagare il pizzo ed a combattere questo diffuso sopruso. La cosa che mi fa più male e che a distanza di oltre quarant'anni, non siamo riusciti a liberarci da questa piaga». In sala anche la sorella di Lucio, Franca Ferrami. Inoltre, presenti tra gli altri all'appuntamento, il direttore di Confindustria Cosenza Rosario Branda, il presidente di Ance Giuseppe Galiano, il sindaco di Castiglione Cosentino Salvatore Magarò, i consiglieri comunali Gianfranco Tinto e Francesco Graziadio

Una nuova sede per lo sportello di legalità

All'iniziativa sono inoltre intervenuti l'assessore al welfare Veronica Buffone e il responsabile dello sportello antiracket Alessio Cassano. Lo sportello, ospitato nella cittadella del volontariato di Via degli Stadi, è destinato a cambiare sede poiché in quello stabile saranno trasferiti i locali della Centrale Operativa Territoriale sanitaria. L'amministrazione di Cosenza però ha già individuato una soluzione temporanea: quella di allocare lo sportello nella ex sede di Municipia in Via San Martino. Successivamente il presidio troverà definitiva collocazione in Viale Cosmai in un altro immobile di proprietà del Comune oggetto di ristrutturazione. 

Pago chi non paga

Ambizioso poi il progetto di incentivazione del consumo critico, contenuto nella convenzione, dal titolo Pago chi non paga «Gli operatori economici – ha spiegato Alessio Cassano – saranno invitati ad iscriversi in un apposito elenco, assumendo l'impegno di non piegarsi alle richieste del pizzo. Per cui i consumatori potranno prediligere per i propri acquisti, negozi ed esercizi commerciali che si fregiano di questa caratteristica».