Esce di scena anche la terza responsabile anticorruzione della Regione Calabria. Nominata il 4 febbraio scorso è durata in carica neppure dieci giorni. Lunedì, infatti, ha protocollato le sue dimissioni per "motivi personali" si legge nella lettera ma le ragioni, è la stessa funzionaria regionale ad ammetterlo, risiedono nel "clamore mediatico" che la sua nomina aveva suscitato.

 

Giovanna La Terra, 60 anni, originaria di Polistena ed ex dirigente del Comune di Gioia Tauro, era infatti rimasta coinvolta nel 2008 nello scandalo denominato "Stipendi d'oro". Il caso fu sollevato da un'ispezione disposta dal ministero dell'Economia e delle Finanze che poi confluì nella relazione Bochicchio. La dirigente, all'epoca responsabile del settore Politiche Sociali, fu accusata assieme ad altri funzionari del municipio della Piana di indebite percezioni di retribuzioni relative alle posizioni dirigenziali nell'arco di tempo dal 2000 al 2006 e, poi, costretta a restituire le somme. Fu lo stesso Comune ad intentare causa alla dirigente per riottenere la restituzione degli stipendi, oltre 71mila euro. Dopo la condanna in primo grado, la funzionaria regionale attende adesso l'esito del ricorso in Appello.

 

"Ho deciso di non accettare l'incarico per non finire nel tritacarne" specifica Giovanna La Terra. "Non si tratta di una fuga ma solo della necessità di evitare sovraesposizioni mediatiche". Un passo indietro, secondo quanto riferito dalla funzionaria, non sollecitato dalla Giunta ma giunto motu proprio. Adesso la palla passa nuovamente all'esecutivo che dovrà individuare un nuovo professionista alla guida di un settore particolarmente caldo.

 

Intanto, si registrano le prime reazioni. «La maledizione del responsabile dell'anticorruzione colpisce ancora. La dottoressa Giovanna La Terra, nominata dalla Giunta regionale una decina di giorni fa, ha deciso di rinunciare all'incarico». È quanto si legge in un comunicato a firma del sindacato Csa Cisal che si pone alcuni interrogativi: «È possibile sapere se il decreto di nomina (successivo alla delibera di individuazione) è stato mai trasmesso all’incaricata? Di fatto, ci risulta che la La Terra non si sia mai insediata come Responsabile prevenzione corruzione e trasparenza, e probabilmente non lo farà più alla luce della fresca rinuncia. Fra l’investitura avvenuta con la delibera dell’esecutivo e l’effettiva assunzione dell’incarico c’è stato tempo e spazio per veicolare sospetti su una nomina forse non particolarmente gradita. Eppure crediamo che dopo tutte le polemiche sorte in questi anni intorno a questo delicato ufficio l'amministrazione abbia effettuato tutti i controlli e le verifiche del caso. Possibile – aggiunge il sindacato – che si sia proceduto alla rinfusa?

«In aggiunta - prosegue la nota -, la delibera di Giunta con cui la La Terra veniva individuata come nuovo Rpct portava anche la firma, e quindi il parere favorevole, del dirigente del settore “Gestione Giuridica del Personale”. Se ci fossero stati ostacoli (inconferibilità o incompatibilità), crediamo proprio che un dirigente dell'esperienza di Sergio Tassone non avrebbe esitato a non firmare. Così come hanno dato il via libera e vergato il provvedimento sia il dirigente generale Bruno Zito, sia l'assessore al personale Maria Teresa Fragomeni».

 

Luana Costa

 

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