Partita la lettera della Sovrintendenza che è pronta a far partire la campagna per riportare alla luce i resti magno greci presenti nell'area della tribuna
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La Sovrintendenza di Crotone si fa carico delle esigenze del programma Antica Kroton che, come è noto, ha sempre avuto intenzione di centralizzare il programma di interventi pianificati, attorno i ritrovamenti rinvenuti all’interno dello sterrato adiacente lo stadio Ezio Scida.
L’architetto Stefania Argenti scrive al Comune, aprendo così un iter che pare irreversibile, con una missiva che cita innanzitutto atti e scavi, eseguiti in diverse fasi tra 1978 e il 1979 dall’allora Soprintendenza Archeologica della Calabria, che hanno permesso di accertare l’esistenza di una struttura di tipo residenziale ricadente nel quartiere centrale della polis.
All’epoca, effettuando ben otto saggi di scavo, vi furono risultati tutti positivi, che con l’importante finanziamento di Antica Kroton può ridisegnare l’interesse archeologico, già enorme, della città. Possibilità e schemi di avanzamento già descritte nel progetto che è bene ricordare come abbia a disposizione un finanziamento complessivo di € 61.700.000,00, deliberato dalla giunta regionale con atto n. 360 del 18 agosto 2021, che infatti prevede una serie di interventi fondamentali di valorizzazione urbana e archeologica, tra cui, appunto quello della cosiddetta Area Stadio - Parco Pignera; area sottoposta comunque a vincolo, con decreto del 12 ottobre 1981.
Già a cavallo della prima promozione del calcio in serie B, sotto l’amministrazione Pasquale Senatore, furono avviati e realizzati lavori che dovettero tenere conto di questi importantissimi rilievi archeologici, contenendo la capienza e, soprattutto, i lavori di tribuna. Era il 30 aprile del 2000, e dopo Crotone-Ancona, che si chiuse sul 4-2, con la tripletta di Andrea Deflorio che portò a 28 le sue realizzazioni (che fu nuovo record assoluto per tutti i campionati di Serie C) si aprirono, per la prima volta, discussioni sulla opportunità di modulare l’oppio calcio alle fortune di uno stadio che potesse divenire arena, pronta ad accogliere i fasti magnogreci di Milone olimpionico. Ovviamente non se ne fece quasi nulla, se non appunto, impedire che potessero essere intaccati ben tre edifici che erano venuti alla luce all’epoca dei sondaggi (Casa VIII, Officina II, Officina III).
Nonostante fosse stato già possibile ricostruire, così dalle varie fasi di vita dell’area indagata, l’arrivo dei primi coloni achei sulla costa ionica, negli anni finali dell’VIII secolo A.C. e fino agli ultimi anni di vita della colonia, ascrivibili alla prima metà del III secolo A.C..
Gli scavi furono infatti ricoperti, per cui fu previsto un primo intervento di ripristino degli stessi, almeno per quelli che non ricadono nel piazzale realizzato per lo sfollamento della tribuna dello stadio.
Poi quasi tutti hanno fatto finta di dimenticare, fino all’agosto del 2016 dopo il nuovo “miracolo sportivo”, targato Ivan Juric che porta addirittura la serie A. Il 29 aprile precedente, dopo la partita pareggiata per 1-1 in trasferta contro il Modena, il club dei Vrenna si assicura l'aritmetica promozione in Serie A, la prima della propria storia, a tre giornate dalla fine del campionato. La squadra chiuderà la stagione al secondo posto con 82 punti, un punto dietro il Cagliari capolista; si potrebbe chiedere ed ottenere la proroga utilizzata da tante squadre, ma si preferisce adeguare l’Ezio Scida ai campionati di serie A, ampliando lo stadio ad una capienza di 16.000 posti circa, mai riempiti nemmeno nei tre anni di serie A se non in tre o quattro occasioni dell’arrivo di Juve, Inter, Milan e Napoli.
Infatti nonostante non si potessero fare interventi sul suolo proprio perché sotto c’è l’Antica Kroton, si aprirono prima una serie di autorizzazioni a tempo (2 anni) che fecero costruire tribune amovibili (ancora saldamente in essere), per poi affrontare un lungo contenzioso con l’allora soprintendente Mario Pagano che ne richiese successivamente la rimozione, nonostante l’interessamento del Procuratore Giuseppe Capoccia, anche lui ancora in carica, anche se per poco, sembrerebbe.
Con Pagano si va al Tar prima ed al Consiglio di Stato dopo che danno entrambi ragione alla società Crotone Calcio perché, sostanzialmente non ci sono progetti pronti per far riemergere l’Antica Kroton. Tutti, dunque, calciofili e timorosi del fragore dei tifosi, fanno finta di non sapere che per completare l’inutile iter che permettesse lo sghiribizzo di ampliare lo stadio Ezio Scida sono stati anche utilizzati 2,5 milioni di euro finanziati dalla Regione Calabria con un ‘trasferimento’ di fondi da un Apq di 7 milioni di euro, che erano destinati alla sistemazione delle strade provinciali nel crotonese; mentre il costo della tribuna fu anticipato in parte dalla società rossoblù che poi ne avrebbe scontato parte della somma con il canone dovuto per l’utilizzo dell’impianto.
Ovviamente, sin dall’epoca, fu pure alimentata ad arte la sterile polemica contro i beni archeologici, che divennero vincoli e mai opportunità. Poi arriva per davvero l'area di progetto del programma Antica Kroton, come indicato dall’atto di indirizzo succitato, e le analisi annesse al progetto che cita anche l’estensione degli scavi che fu comunque operata per verificare un possibile ampliamento anche dell’adiacente Ospedale, con una serie di saggi più o meno estesi (tra il 1993 ed il 1994) e pure una lunga campagna di scavi estensivi (questi tra il 1996-1997), che portò alla luce resti di parte di isolati rettangolari separati da stenopos (che per capirci possono essere più impropriamente detti "cardini"), che certificarono come mantengano lo stesso orientamento dell’impianto urbanistico del quartiere centrale, perpendicolare ad una plateia (strada principale larga almeno 12 mt.) parallela alla fascia collinare soprastante Parco Pignera su cui si sviluppava parte della cinta muraria.
La presenza così della plateia, che era stata segnalata sin dallo scavo effettuato nel 1975 per la costruzione dell’edificio della coop. edilizia Licinia, detta incontrovertibilmente da decenni, i contorni di un’area di incredibile pregio ed interesse storico archeologico che farebbe emergere un parco urbano unico.
Ed è in questo contesto che oggi si muove la Sovrintendenza, retta da Stefania Argenti, che ha ufficialmente scritto al Comune di Crotone per chiedere la messa a punto degli interventi di conoscenza e valorizzazione con l’accessibilità alla struttura sportiva.
Un contesto ed una operatività pronta innanzitutto a rimuovere le tribune amovibili, quasi certamente a riposizionare gli spogliatoi e verificare se vi sia anche la necessità di interessare anche la parte della curva. Ma soprattutto a verificare se vi siano le possibilità di far coesistere, almeno per qualche tempo, stadio aperto e scavi, che potrebbe anche essere anche una ulteriore opportunità; piuttosto che pianificare immediatamente la costruzione di un nuovo impianto che sarebbe dovuta essere idea di lunga visione, anche alla luce delle invertite fortune della squadra che nel frattempo è tornata a militare in serie C, senza nemmeno troppe “esigenze”.
L’auspicio è certamente quello di non mettere in competizione interessi sportivi e prognosi archeologico-culturali di una città che “litiga” anche su dove debbano andare a finire i veleni delle ex fabbriche con un San Giovanni di Dio diventato spoke, oltre che nosocomio inadeguato e fatiscente che, tutti assieme, potrebbero e dovrebbero smuovere una classe dirigente, almeno, capace di rivendicare una piattaforma di visione complessiva che, quasi misticamente, viene incrociata da Antica Kroton, capace di diventare l’unica futura Crotone possibile.