VIDEO | In aula era presente anche la mamma di Erika Scarfone, la giovane con defibrillatore che aveva lanciato un appello alle istituzioni per chiedere la sospensione dei lavori. Convocata un'altra assemblea aperta per confrontarsi sul tema
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Animi infuocati, ieri pomeriggio, nella sala consiliare del Comune di Scalea. I consiglieri di minoranza Eugenio Orrico e Angelo Paravati si sono duramente scontrati con la maggioranza di Giacomo Perrotta nel corso di un consiglio comunale indetto per la ratificazione dell'ingresso di Giovanna Fiore. Ma l'accesa discussione niente ha a che fare con l'unico punto all'ordine del giorno. Lo scontro si è verificato, invece, quando Orrico e Paravati hanno sollevato la questione dell’installazione di un’antenna telefonica 5g in pieno centro cittadino e in prossimità dell’abitazione di una giovane affetta da grave cardiopatia. L'opposizione ha rimproverato la maggioranza per non aver sostenuto a sufficienza la battaglia della giovane e non essere riuscita a scongiurare il prosieguo dei lavori della nuova stazione radio.
Il caso a Scalea | Defibrillatore a rischio per un’antenna, il Tar annulla l’ordinanza con cui il sindaco aveva sospeso l’installazione
La vicenda
Nel luglio scorso la 25enne Erika Scafone, studentessa di Scalea affetta da sindrome di Brugada, aveva lanciato un appello alle istituzioni per chiedere la sospensione dei lavori di un'antenna telefonica di tecnologia 5g distante 150 metri da casa sua. La giovane ha impiantato sottopelle un dispositivo elettronico salvavita che si attiverebbe in caso di arresto cardiaco. Il suo timore è che le onde elettromagnetiche generate dalla stazione radio possano interferire con il dispositivo e alterarne il funzionamento. Pertanto, aveva chiesto del tempo per effettuare maggiori controlli. Dopo il nostro servizio, il sindaco Giacomo Perrotta aveva tempestivamente emesso un'ordinanza di sospensione dei lavori, diventata poi oggetto di un ricorso al Tar da parte della compagnia telefonica. Il tribunale amministrativo regionale, in prima istanza, aveva dato ragione al Comune confermando l'ordinanza di sospensiva, ma subito dopo la Wind Tre spa aveva impugnato il verdetto, ripresentando il ricorso. Questa volta, il Tar lo ha accolto annullando l'ordinanza sindacale di sospensione dei lavori. Uno dei motivi principali che ha spinto i giudici a fare un passo indietro è che, riportiamo fedelmente, «la consulenza tecnica di parte depositata dalla ricorrente ha motivato in maniera convincente sul fatto che gli stessi apparecchi elettromedicali siano costruiti in maniera tale da funzionare correttamente in un ambiente sottoposto a radiazioni elettromagnetiche» e al contempo, «non è stata prodotta in giudizio documentazione che smentisca tali conclusioni o che possa fondare la scelta di svolgere approfondimenti scientifici». A quanto pare, sarebbe stato impossibile produrre tale documentazione nel mese di agosto, dal momento che molti dei medici che seguono Erika si trovavano in ferie. Il verdetto del Tar comunque temporaneo; la sentenza sarà pronunciata a marzo 2024.
L'episodio increscioso
La notizia della sospensione dell'ordinanza sindacale ovviamente non è stata ben accolta dalla famiglia di Erika. Sua madre Angelina, in preda alla disperazione, ha subito invitato un messaggio dai toni offensivi al sindaco Giacomo Perrotta, il quale, poi, ha reso pubblico parte del contenuto. «Mi era stato promesso che non sarei stata sola, invece il Comune non solo non si è costituito parte civile, non ha nemmeno preso parte all'udienza», è stata la giustificazione della signora D'alessandro. La donna, il giorno successivo ha chiesto pubblicamente scusa per le sue parole e il gesto è stato sicuramente apprezzato, ma non è servito a rasserenare gli animi.
Il consiglio comunale burrascoso
Ieri Angelina si è presentata in Comune insieme a un gruppo di sostenitori, con l'intenzione di chiedere scusa per il suo comportamento e al tempo stesso riaccendere pacificamente i riflettori sulla vicenda. Ma in sala gli animi si sono scaldati parecchio e le buone intenzioni si sono trasformate in nuove invettive. Il presidente del consiglio, Gaetano Bruno, ha cercato più volte di smorzare i toni e far presente che non si trattava di un consiglio comunale aperto e che, pertanto, non era il caso di divagare su altri argomenti.
La difesa del primo cittadino
Il sindaco Giacomo Perrotta, visibilmente provato, ha detto ai presenti che la recente ordinanza del Tar non ha carattere definitivo e che la presenza dei rappresentanti del Comune di Scalea in udienza non avrebbe cambiato di una virgola la decisione dei giudici. Ha poi ribadito pubblicamente che la salute dei suoi concittadini continua ad essere la sua priorità e che, nonostante insulti e offese alla sua persona, l'ente farà di tutto per restituire la serenità alla giovane e alla sua famiglia, lavorando da qui a marzo affinché si ottenga giustizia.
Il prossimo consiglio comunale
Intanto, in mattinata l’amministrazione comunale ha fatto sapere che, al netto di ogni polemica, è già stato convocato il prossimo consiglio comunale, che sarà aperto e si terrà il 21 settembre proprio per affrontare il tema dell’elettromagnetismo e favorire il confronto tra le parti.