Mentre si discute sugli effetti del ripetitore per telefonia che è in via di installazione nella periferia nord, viene fuori che quasi due anni fa il Consiglio comunale aveva votato all'unanimità di impegnare la Giunta a redigere un regolamento apposito
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Non si placa il dibattito sugli effetti delle antenne ripetitori per telefonia che sono in via di installazione a Gabella, periferia nord abbandonata di Crotone. Si può e si deve infatti parlare al plurale perché come anticipato dallo stesso sindaco Vincenzo Voce, le istruttorie aperte non riguardano solo quella che ha già visto bella che pronta, con 32 giorni di istruttoria, una colata di cemento nel terreno privato ma a pochissimi metri da altre abitazioni e la scuola elementare.
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E se il sindaco ha tenuto a specificare che sentiva l’obbligo di rassicurare circa gli allarmismi sugli effetti alla salute dei cittadini, ha anche tranquillamente specificato che la responsabilità è in mano ai cittadini (che svendono il diritto al fitto del terreno) e di leggi ed iter burocratici che escludono gli enti locali dal poter contrastare interessi di multinazionali che possono anche contare sull’indirizzo di dati scientifici che rimangono contrastanti circa gli effetti da inquinamento elettromagnetico.
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Ma delle dichiarazioni del primo cittadino ha colpito anche «io sotto casa mia non avrei dato il permesso all’installazione di questa antenna». Ed era dunque ancora più corretto approfondire come il tema dell’inquinamento elettromagnetico che si aggiunge a quello post industriale e da abbandono delle periferie possa e debba aiutare a comprendere come difenderci da cittadini e genitori. Oltre tutto, nella città che non si sa quanto sia di Pitagora, Rino Gaetano, Milone, Alcmeone o… Eni, si sta assistendo a cambi di governance nelle partecipate che vanno ad intersecare il dibattito regionale su Arrical e Consorzi di Bonifica che mescola ancora di più rifiuti, acqua quanto discariche e depuratori.
Non la “semplice” questione della bonifica mai partita che dovrebbe essere la stura di una nuova e diversa prognosi e di una impacciata rincorsa a ciò che “la gente” si attende, piuttosto che una visione armonica di uno sviluppo sostenibile: infatti la domanda sui 17 milioni ricavati dall’accordo con Eni, non riguarda la sterile polemica su panem et circenses sul ricco cartellone estivo che ha trovato risposte prima ed al posto di pali della luce nelle contrade, piuttosto che nei luoghi di accoglienza turistica.
Oggi, il quadro è desolatamente più chiaro ancora: lo strumento di difesa dal “potenziale” mostro del ripetitore di onde elettromagnetiche c’era eccome! Uno strumento votato dall’intero Consiglio comunale. Uno strumento che avrebbe potuto (o dovuto?) aiutare gli uffici a collazionare la pratica dell’obelisco a Gabella e comunque, addirittura, impedire che in alcune zone della città (a partire dalle zone abitate e con scuole) si potesse addirittura presentare domande di installazioni di antenne e ripetitori. La delibera di Consiglio comunale N. 121 del 26 ottobre del 2021 (che è possibile scaricare qua) cita studi, raccomandazioni e conclusioni del Consiglio Europeo che testualmente fanno concludere che “le reti 5 G saranno presto implementate per gli utenti di telefonini cellulari e dispositivi intelligenti. Il modo in cui l'esposizione ai campi elettromagnetici potrebbe influenzare gli esseri umani”, nonostante specifichi che vi sono interpretazioni contrastanti. Fa di più e va oltre questa delibera che curiosamente è proposta dall’allora consigliere comunale Nicola Corigliano che ora è anche diventato assessore alla Cultura: la delibera che avrebbe dovuto indirizzare anche gli uffici, impegna il Sindaco e la Giunta a “a voler predisporre, ex art. 8 comma 6 L. 36/2001, in tempi rapidi un regolamento e contestuale piano di localizzazione delle antenne”. È una delibera completa e che raccomanda anche altri aspetti preventivi e, soprattutto, divulgativi di una educazione ambientale che potrebbe e dovrebbe essere molto più esaustiva di “sotto casa mia avrei detto no”.
«Certo che rammento la delibera che è frutto di una corposa mozione che è parte integrante del deliberato», riferisce al telefono l’attuale assessore alla Cultura Corigliano. «Mi impegno sin da subito a verificare ed a riferire circa eventuali inadempienze che si dovessero essere consumate», assicura l’assessore. L’auspicio è che possa aiutare anche la famiglia che sta cercando dal nostro primo articolo di recedere dall’installazione quasi terminata e da altre che insistono vicino centri abitati. Se poi tutto ciò dovesse anche aiutare la popolazione ed i suoi stakeholders ad organizzare un serio dibattito sulla bonifica, il fenomeno di subsidenza e le fogne a cielo aperto, LaC News24 troverebbe l’ennesima spinta per continuare a cercare di saper rappresentare un presidio di prossimità.