Si continua a lavorare per chiarire se vi siano responsabilità per la morte della piccola Matilde Anna, venuta alla luce lo scorso 25 luglio nella casa di cura Sacro Cuore di Cosenza e deceduta poche ore dopo all'ospedale dell'Annunziata, dove la bimba era stata trasferita d'urgenza nel reparto di terapia intensiva neonatale. Sette le persone iscritte nel registro degli indagati. Si tratta di quattro medici, B.T., F.P.G., G.S. e M.C., e di tre ostetriche, R.S., R.S. e M.B., tutti in servizio presso la clinica privata. Il fascicolo è nelle mani del pubblico ministero Antonio Bruno Tridico il quale, in attesa della relazione del medico legale che ha effettuato l'autopsia, con ogni probabilità sentirà in qualità di persone informate sui fatti, i medici del nosocomio bruzio che hanno tentato di salvare la vita alla neonata.

 

Come si ricorderà la madre, la sera prima del parto, accusando dei dolori, si era recata al Sacro Cuore, ma era stata rispedita a casa non avendo dilatazione. Il giorno dopo, secondo quanto dichiarato dal papà della piccola, Pilerio Ruffolo, la donna era tornata in clinica e soltanto dietro l'insistenza del marito, era stata ricoverata. Quando si è proceduto al parto cesareo, la bambina era atonica, con il battito cardiaco pressoché impercettibile. Per circa venticinque minuti i sanitari hanno provato a rianimarla finché, recuperato il battito, la neonata è stata trasferita all'Annunziata dove però ha cessato di vivere qualche ora più tardi.

 

Non vi sono notizie circa eventuali provvedimenti disciplinari assunti nei confronti degli indagati dai vertici della casa di cura Sacro Cuore, né sarebbe stata avviata alcuna indagine interna. Peraltro dalla clinica non è giunto neppure un messaggio di cordoglio ai familiari della piccola. Si tratta di una vicenda piuttosto delicata, che ha molto scosso l'opinione pubblica e che la procura bruzia segue con la massima attenzione, tanto che il procuratore capo Mario Spagnuolo, potrebbe anche decidere di condurre personalmente le indagini.