Dopo quello di Castelnuovo di Porto altri centri di accoglienza rischiano la chiusura. La preoccupazione del sindaco della città pitagorica per il destino degli ospiti del Sant’Anna: «Queste persone vengono rimesse sul territorio e dovrebbero essere rimpatriate, ma di fatto non ottengono il rimpatrio: insomma diventano dei fantasmi»
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«L'impegno nella lotta all'immigrazione irregolare è costante». Parola di Matteo Salvini. Così il titolare del Viminale illustrando i dati 2019 ha sottolineato pure che a fronte di un calo degli arrivi aumenta il numero degli espulsi. È soddisfatto il ministro che sventola fiero i dati ribadendo il suo impegno sul futuro dei grandi centri di accoglienza. Per il leader leghista «è necessario chiuderli ed ospitare gli immigrati in centri più piccoli, più controllabili e la cui gestione risulta più efficace e trasparente. L'esempio è quanto già avvenuto in Veneto, con i centri di Cona e Bagnoli, e a Castelnuovo di Porto. Analogo impegno - ha continuato Salvini - sarà profuso per smantellare le tendopoli sorte in alcune aree urbane come Reggio Calabria e Foggia».
Entro il 31 gennaio il Cara a Castelnuovo di Porto sarà infatti completamente svuotato e chiuso. Sono già iniziati i trasferimenti in diverse regioni dei circa 500 migranti presenti. Ma Castelnuovo è solo il primo della black list dove figurerebbe anche il Cara Sant’Anna di Crotone finito nei mesi scorsi al centro di una bufera giudiziaria.
A dimostrare preoccupazione per la situazione è lo stesso sindaco della città pitagorica, Ugo Pugliese che ha sottolineato che non intende «contestare il decreto sicurezza. Non è una questione politica ma pratica». Per il primo cittadino se «i migranti perdono la protezione umanitaria, perdono anche il diritto alla permanenza e all'assistenza e quindi devono lasciare il centro. In poche parole diventano dei fantasmi sul territorio con tutti i problemi che questo può comportare. Queste persone vengono rimesse sul territorio e dovrebbero essere rimpatriate, ma di fatto non ottengono il rimpatrio: insomma diventano dei fantasmi. Se non diamo assistenza e accoglienza a queste persone – ha aggiunto Pugliese – e le abbandoniamo, rimarranno per strada creando altro genere di problemi alla collettività. C'è il rischio che vengano assoldati dalla malavita o per il lavoro nero o quant'altro, e questo mi preoccupa seriamente. La situazione è delicata, all'interno dei Cara la presenza dei migranti è organizzata e tenuta sotto controllo: una volta chiuse queste strutture non è chiaro cosa accadrà. Sono circa 500 i migranti che si riverserebbero nel territorio crotonese, allo sbando e sono preoccupato per quello che potrebbe accadere».