Stanno ancora nel limbo i nomi dei canditati di centrodestra e centrosinistra per le prossime elezioni amministrative a Lamezia Terme. Nulla è stato ancora deciso e, da ambo le parti, correnti e partiti restano ancora divisi.
Se dal lato del centrodestra, infatti, assistiamo alla fuga in avanti del segretario regionale di Forza Italia, Francesco Cannizzaro, in favore del sindaco uscente Paolo Mascaro, da quello del centrosinistra lo stallo, dopo crisi e polemiche, non può dirsi superato.

L’incontro di Forza Italia

Partiamo dalla scorsa settimana. Domenica scorsa, nel corso di una tappa del tour di Forza Italia “Radici”, che si è tenuta a Lamezia Terme, Francesco Cannizzato ha definito Mascaro un «bomber» e lo ha presentato come il naturale candidato che il partito porterà al tavolo del centrodestra. Tavolo al quale siederanno, tra gli altri, anche la Lega e Fratelli d’Italia, due partiti che in seno al consiglio comunale sono all’opposizione e certamente non hanno cucito, in questi anni, buoni uffici con Mascaro e i suoi, ormai risicati, fedelissimi dentro al civico consesso. Il nome è stato comunque pubblicamente proposto da Fi. Una fuga in avanti? Non è dato sapere. Anche se si mormora che sia stato chiesto al Ministero dell’Interno un parere sulla candidabilità di Mascaro il quale correrebbe per il suo terzo mandato non consecutivo. Tra il primo e il secondo c’è stato un commissariamento dovuto allo scioglimento per mafia del consiglio comunale.

L’assemblea del Pd

In attesa del tavolo di coalizione è anche il centrosinistra. Ieri all’hotel Savant si è tenuta un’assemblea del Pd di Lamezia Terme presieduta dal commissario del circolo cittadino, Domenico Giampà. A questa riunione, svolta con toni pacati, si è arrivati dopo una serie di scontri interni con i coltelli tra i denti. Scontri che hanno portato al commissariamento del vecchio direttivo a causa – goccia che ha fatto traboccare il vaso – di un troppo prematuro sostegno dell’ex segretario Gennarino Masi verso Doris Lo Moro, ex sindaco ed ex parlamentare. Il comunicato diramato dall’ex direttivo ha provocato una messe di critiche da parte dei Giovani democratici e anche di parecchi tesserati.
I nomi di Lo Moro e dell’altro ex sindaco di Lamezia, Gianni Speranza (non tesserato col Pd) sono stati considerati divisivi tanto da indurre Speranza a un pubblico passo indietro.

Reale: «Serve un nome nuovo»

Ieri Domenico Giampà, nella sua relazione, ha sostenuto che i nomi di tutti i candidati possono considerarsi ancora in campo e che lui seguirà il mandato che gli darà l’assemblea. Nessuna candidatura è, dunque, esclusa. Giampà – che per la prima volta ha prospettato anche le primarie – ha aggiunto che il candidato che il Pd proporrà alla coalizione dovrà essere del Pd.
Questo lascia in campo, a pieno titolo, la Lo Moro.
E qualcuno se n’è accorto. Per esempio Italo Reale, il quale ha parlato degli ex sindaci come di candidature divisive e ha spinto il partito verso il superamento. I Giovani democratici, rappresentati da Angelo Curcio, hanno proposto l’idea di un candidato giovane ma non digiuno d’esperienza.

Il corteggiamento a Murone

Dunque, sia a centrodestra che a centrosinistra tutto appare ancora in alto mare. E, in mezzo a queste acque, è ormai venuto in superficie il nome di un noto professionista lametino del tutto slegato da tessere di partito o colori politici. Nessuna candidatura precedente ma molti corteggiatori sempre più insistenti per le prossime amministrative. L’avvocato e professore universitario Mario Murone continua a mantenere il riserbo. Su di lui continuano però a circolare voci: lo vuole Tizio, lo tira dalla giacchetta Sempronio. Di lui, al momento, si sa solo che avrebbe rinunciato a incarichi professionali incompatibili con una possibile candidatura.