L’operazione “Amici in Comune” ha portato stamani all’esecuzione di 11 misure cautelari di cui due arresti domiciliari e 9 misure interdittive. Più nel dettaglio, i finanzieri della Tenenza di Scalea hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali concernente gli arresti domiciliari nei confronti del sindaco di Praia a Mare, Antonio Praticò e di Giovanni Antonio Argirò funzionario comunale, la misura interdittiva della sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio per 12 mesi, nei confronti di Rosa Grisolia collaboratrice del sindaco e funzionaria comunale.

Misura interdittiva del divieto temporaneo a contrarre con la P.A. per 12 mesi invece nei confronti di 8 imprenditori (tra cui l’ex sindaco di Tortora, Pasquale Lamboglia), a vario titolo accusati dei reati di turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, rivelazione di segreto d’ufficio e falso ideologico in atto pubblico.

L'elenco delle misure

Le misure cautelari sono state disposte dal gip del Tribunale di Paola, Rosamaria Mesiti, nell’ambito delle indagini dirette dal Procuratore della Repubblica di Paola, Pierpaolo Bruni. Sono state eseguite perquisizioni sia in varie zone della Calabria sia in Campania.

Ai domiciliari

  • Antonio Praticò, sindaco di Praia a Mare
  • Giovanni Antonio Argirò di Praia a Mare, responsabile dell’ufficio tecnico di Praia

Misura interdittiva sospensione dell’esercizio del pubblico ufficio per 12 mesi

Rosa Grisolia, responsabile area amministrazione generale del Comune di Praia

Misure interdittiva del divieto temporaneo di contrattare con la Pa per un anno

  • Domenico Rocco di Tortora
  • Stefano De Rosa di Praia
  • Giorgio De Rosa di Praia
  • Antonio Masturzo di Salerno
  • Pasquale Lamboglia, ex sindaco di Tortora
  • Ernesto Lupinacci di Rende
  • Giovanni Condicelli di San Nicola Arcella
  • Nicola Grabiele di Tortora

Le indagini della Guardia di finanza

L’attività investigativa condotta dalle Fiamme Gialle ha permesso di accertare, attraverso attività di captazione telefonica ed ambientale e l’analisi della documentazione acquisita, plurime condotte collusive – poste in essere dai pubblici funzionari indagati, di volta in volta in concorso con diversi imprenditori e professionisti economici interessati ad ottenere la aggiudicazione di contratti di appalto – così determinando il turbamento di numerose gare ad evidenza pubblica, ovvero il turbamento del procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando o di altro atto equipollente e condizionando le modalità di scelta del contraente. La gare contestate vanno dal trasporto scolastico alla bitumazione delle strade. 

Le gare e le condotte manipolate

Più segnatamente, le condotte turbative hanno riguardato, a vario titolo, 9 procedure di gara, relative al periodo 2019/2021, e sono consistite in collusioni, con la reiterazione di similare modus operandi, atte a determinare il contenuto del bando di gara, prima ancora della sua pubblicazione, con il futuro aggiudicatario compiacente, oppure, nell’ambito di procedure di gara negoziate, attraverso condotte manipolatorie, chiedendo al futuro aggiudicatario i nominativi di altri professionisti compiacenti da invitare alla gara.

In particolare:

  • nella gara relativa all’affidamento del servizio di trasporto scolastico per gli alunni di scuole primarie e secondarie, i pubblici funzionari indagati concordavano con l’imprenditore futuro aggiudicatario il contenuto del bando, eliminando dal percorso del bus una località del Comune ove ha sede una scuola elementare, inizialmente prevista dal capitolato, in quanto zona extra-urbana e quindi maggiormente dispendiosa per la ditta risultata aggiudicataria;

  • nella la gara relativa alla concessione in uso dell’impianto sportivo, il Dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune si accordava e rassicurava il titolare di fatto della ditta risultata aggiudicataria in merito al buon esito della procedura di gara, omettendo, tra l’altro, di escludere la stessa impresa, pur essendo consapevole che la stessa era stata fittiziamente intestata ad un parente dell’effettivo titolare, il quale aveva ingenti pendenze debitorie con il Comune stesso;

  • nella gara relativa alla progettazione esecutiva e direzione lavori per l’adeguamento sismico di un edificio scolastico, i pubblici funzionari indagati, al fine di manipolare l’esito dell’aggiudicazione, richiedevano ad un professionista, poi risultato aggiudicatario, di fornirgli cinque nominativi di professionisti compiacenti da invitare alla procedura negoziata, i quali poi non avrebbero partecipato, come effettivamente avvenuto;

  • nella procedura negoziata per la progettazione esecutiva e direzione lavori per l’adeguamento sismico di altro complesso scolastico, gli indagati, al fine di manipolare l’esito dell’aggiudicazione, dopo aver invitato professionisti compiacenti che non avrebbero risposto agli inviti, nel procedere all’apertura delle buste relative all’offerta economica tra i partecipanti alla gara, si accorgevano che, per errore, un partecipante compiacente aveva presentato il medesimo ribasso del futuro aggiudicatario. La commissione di gara procedeva quindi al sorteggio, a seguito del quale non veniva estratto il professionista che si intendeva favorire. Pertanto, gli indagati stracciavano i bigliettini relativi al sorteggio e decidevano di procedere all’esperimento del tentativo di miglioria dell’offerta previsto dalla prefata normativa, omettendo di richiamare l’altro partecipante e facendo così ottenere l’affidamento al professionista prescelto;

  • nell’ambito del concorso pubblico per l’assunzione a tempo indeterminato di un operaio specializzato, al fine di favorire uno specifico candidato, i pubblici funzionati indagati facevano pervenire allo stesso le domande “da imparare a memoria” per sostenere la prova d’esame, successivamente conclusasi con esito favorevole al prescelto.