Il Comune di Amantea ha deciso di impugnare quanto stabilito dal Consiglio regionale durante l’ultima seduta. I commissari Maria Grazia Surace, Vito Turco e Berardino Nuovo hanno sfruttato i poteri conferiti loro dalla legge per «opporsi in tutte le sedi giudiziarie competenti» alla delibera di Palazzo Campanella. L’oggetto del contendere è ovviamente il referendum indetto per la creazione di Temesa.

«Il provvedimento è incostituzionale»

I commissari nel loro documento evidenziano che «limitare il referendum consultivo ai soli cittadini residenti nella frazione di Campora San Giovanni del comune di Amantea e ai cittadini residenti nel comune di Serra D’Aiello, quali popolazioni interessate dalla modifica dei confini territoriali e dalla modifica della denominazione del comprensorio territoriale risultante» significa «interpretare in maniera erronea i principi sanciti nella materia dalla Corte costituzionale».

Si rifanno all’articolo 133 comma 2 della Costituzione che recita: «La Regione, sentite le popolazioni interessate, può con sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi Comuni e modificare le loro circoscrizioni e denominazioni». Ma tutto ciò - denunciano Surace, Turco e Nuovo - non è avvenuto. C’è dell’altro però, perché Amantea scenderebbe al di sotto dei 10mila abitanti e Temesa non li raggiungerebbe: per legge non si può. Lo sancisce il comma 1 dell'articolo 15 del D.lgs 267/2000 (T.U.E.L.) rubricato “Modifiche territoriali fusione ed istituzione di comuni”.

Domenica si vota

Ieri mattina il nostro network ha ascoltato le posizioni dei due candidati a sindaco di Amantea, Luigi Socievole e Vincenzo Pellegrino. Proprio le amministrative all’orizzonte sono un altro motivo che ha spinto i reggenti del Comune ad impugnare la delibera della Regione. In sostanza ravvisano un’evidente inopportunità da parte di Palazzo Campanella, «dal momento che tale atto interviene a soli 4 giorni dalla data del 12 giugno prevista per le elezioni della nuova compagine amministrativa».  

A suggellare l’opposizione fino a parlare di palese illegittimità, due ulteriori considerazioni. La prima è che non sono state prese «in alcuna considerazione le conseguenze che la modifica territoriale avrebbe su tutto il comprensorio né dal punto infrastrutturale, in particolare sulla gestione del Porto turistico e della zona P.I.P., né dal punto di vista economico-finanziario». La seconda, infine, riguarda «il trasferimento al nuovo Comune Temesa del pagamento dei mutui per i lavori effettuati a Campora San Giovanni nonché il trasferimento di quota parte del debito accertato con il dissesto finanziario dichiarato nel 2017, unitamente a quello emergente in seguito al Predissesto attivato nel c.a.».