I commissari, a tre giorni dal voto, fanno opposizione a quanto stabilito dal Consiglio regionale e parlano di «palese illegittimità dell'atto» con cui è stato indetto il referendum per la creazione di Temesa
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Il Comune di Amantea ha deciso di impugnare quanto stabilito dal Consiglio regionale durante l’ultima seduta. I commissari Maria Grazia Surace, Vito Turco e Berardino Nuovo hanno sfruttato i poteri conferiti loro dalla legge per «opporsi in tutte le sedi giudiziarie competenti» alla delibera di Palazzo Campanella. L’oggetto del contendere è ovviamente il referendum indetto per la creazione di Temesa.
«Il provvedimento è incostituzionale»
I commissari nel loro documento evidenziano che «limitare il referendum consultivo ai soli cittadini residenti nella frazione di Campora San Giovanni del comune di Amantea e ai cittadini residenti nel comune di Serra D’Aiello, quali popolazioni interessate dalla modifica dei confini territoriali e dalla modifica della denominazione del comprensorio territoriale risultante» significa «interpretare in maniera erronea i principi sanciti nella materia dalla Corte costituzionale».
Si rifanno all’articolo 133 comma 2 della Costituzione che recita: «La Regione, sentite le popolazioni interessate, può con sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi Comuni e modificare le loro circoscrizioni e denominazioni». Ma tutto ciò - denunciano Surace, Turco e Nuovo - non è avvenuto. C’è dell’altro però, perché Amantea scenderebbe al di sotto dei 10mila abitanti e Temesa non li raggiungerebbe: per legge non si può. Lo sancisce il comma 1 dell'articolo 15 del D.lgs 267/2000 (T.U.E.L.) rubricato “Modifiche territoriali fusione ed istituzione di comuni”.
Domenica si vota
Ieri mattina il nostro network ha ascoltato le posizioni dei due candidati a sindaco di Amantea, Luigi Socievole e Vincenzo Pellegrino. Proprio le amministrative all’orizzonte sono un altro motivo che ha spinto i reggenti del Comune ad impugnare la delibera della Regione. In sostanza ravvisano un’evidente inopportunità da parte di Palazzo Campanella, «dal momento che tale atto interviene a soli 4 giorni dalla data del 12 giugno prevista per le elezioni della nuova compagine amministrativa».
A suggellare l’opposizione fino a parlare di palese illegittimità, due ulteriori considerazioni. La prima è che non sono state prese «in alcuna considerazione le conseguenze che la modifica territoriale avrebbe su tutto il comprensorio né dal punto infrastrutturale, in particolare sulla gestione del Porto turistico e della zona P.I.P., né dal punto di vista economico-finanziario». La seconda, infine, riguarda «il trasferimento al nuovo Comune Temesa del pagamento dei mutui per i lavori effettuati a Campora San Giovanni nonché il trasferimento di quota parte del debito accertato con il dissesto finanziario dichiarato nel 2017, unitamente a quello emergente in seguito al Predissesto attivato nel c.a.».