Le minacce al vicesindaco di Diamante hanno riacceso il dibattito sul clima di disagio sociale che attanaglia la zona. E tra auto in fiamme e giri di prostituzione, torna in scena anche l’eroina
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Le minacce con pistola ricevute dal vicesindaco di Diamante, Pino Pascale, da un uomo in evidente stato di alterazione, e quelle rivolte telefonicamente al sindaco senatore Ernesto Magorno, sono solo la punta di iceberg di un disagio sociale assai diffuso e che nei territori del Tirreno cosentino sta assumendo contorni ancora più preoccupanti, proprio adesso che la magistratura è riuscita a disintegrare la cupola mafiosa che per 30 anni ha controllato finanche il respiro degli abitanti della costa. Negli ultimi tempi si stanno verificando una serie di fatti incresciosi, per lo più furti, violenza e intimidazioni, che rimarcano una situazione grave e ormai fuori controllo, aggravata ancor di più dalla grave crisi economica e dal consumo enorme di alcool e droga. In particolare, di recente, sembra essere tornata in voga l'eroina, sostanza stupefacente altamente pericolosa, dai numerosi effetti collaterali e con un elevato rischio di overdose.
Fuoco e fiamme
La notte dell’8 giugno scorso, a Tortora, nel piazzale di una officina vanno a fuoco due auto e uno scooter. Sul posto viene ritrovata traccia di liquido infiammabile e i carabinieri che indagano non hanno dubbi: si tratta di un incendio doloso. Sono dolosi anche gli incendi appiccati a diverse auto a Scalea, sempre di notte, e quelli che hanno devastato due auto e un autobus di proprietà del Comune di Santa Domenica Talao una settimana fa. Sono solo alcuni degli episodi denunciati o di cui si è a conoscenza, mentre altri finiscono nel dimenticatoio per non attirare l'attenzione di telecamere e forze dell'ordine.
La prostituzione
Il 25 giugno scorso i carabinieri arrestano un uomo di 48 anni per favoreggiamento alla prostituzione che operava nella zona compresa tra i piccoli centri urbani di Guardia Piemontese e Acquappesa. Si scopre che decine di persone, giovani e anziani, professionisti e pensionati, si recano in appartamento frequentato da giovani donne a cui pagano prestazioni sessuali. In realtà, quello non è l'unico ritrovo presente sull'alto Tirreno cosentino. Due tragedie, ancora avvolte nel mistero, hanno rivelato nei mesi scorsi l'esistenza di giri di prostituzione ancora più grandi tra Scalea e Santa Maria del Cedro.
La morte di due giovani donne
A Scalea, il 23 dicembre 2018, Medina Pena precipita dal quarto piano del suo appartamento e muore sul colpo. Dapprima sembra un suicidio, ma poi gli inquirenti indagano sul fidanzato della donna sudamericana, ipotizzando che sia stato lui a spingerla giù. Le indagini portano alla luce anche un vasto giro di prostituzione, che si consumerebbe in numerosi parchi del centro abitato, a tutte le ore del giorno e della notte. Passano solo due mesi e, in un altro parco estivo, questa volta a Santa Maria del Cedro, viene ritrovato il cadavere di una donna di origini senegalesi incinta di sette mesi. Anche in quel caso viene alla luce un giro di prostituzione che vede protagoniste, loro malgrado, donne africane e asiatiche che consumano rapporti intimi all'interno di decine di appartamenti. Altrettante famiglie si sgretolano quando gli inquirenti cominciano a convocare, uno ad uno, gli insospettabili clienti del posto. Ad ogni modo, a tutt'oggi, basta dare uno sguardo sui più noti siti di incontri per accorgersi che a Scalea e Santa Maria del Cedro il fenomeno della prostituzione è tutt'altro che arginato.
Lo spaccio di droga
Dopo lo storico colpo inflitto nel 2016 dalla magistratura al clan cetarese dei Muto, che ne deteneva il monopolio, lo spaccio di droga sul Tirreno cosentino può contare su un numero maggiore di piazze e corrieri. Se prima, dicevamo poc'anzi, era tutto nelle mani dei "cetraresi", oggi la droga arriva anche da Napoli, da Crotone e da Cosenza. Tale concorrenza, compromette la qualità delle sostanze con gravi danni, soprattutto cerebrali, per chi ne fa uso. Oltretutto, di recente, è tornata nelle piazze anche l'eroina, stupefacente tra i più pericolosi e mortali in circolazione. Sempre più spesso, si ha notizie di episodi di violenza apparentemente ingiustificati e di persone che riducono sul lastrico le proprie famiglie per accaparrarsi la morte a piccole dosi.