Per qualche ora, il piccolo focolaio Covid sviluppatosi a Santa Maria del Cedro, che per il momento conta tre positivi, aveva fatto temere il peggio. Fortunatamente non è stato così, ma restano comunque dubbi e perplessità di una vicenda gestita male e che evidenzia, ancora una volta, la superficialità con cui si affronta una situazione così delicata, su cui non è stata ancora scritta la parola fine. E intanto la questura di Cosenza chiama l'esercito per vigilare sulla movida della costa altotirrenica, ormai fuori controllo. 

 

Arriva l'esercito

Da alcuni giorni, i locali della costa tirrenica sono oggetto di serrati controlli da parte delle forze dell'ordine, chiamate a garantire le normative anti-Covid, e, a quanto pare, sono pochi i commercianti e gli imprenditori che impongono ai loro clienti di rispettare le distanze di sicurezza. Risultato: multe e diffide a pioggia. Ma neanche questo sembra bastare a scongiurare una possibile ondata di contagi e, come stabilito nel corso del tavolo tecnico convocato alla questura di Cosenza lo scorso 3 agosto, l'esercito presidierà in lungo e in largo le vie dell'alto Tirreno cosentino, con particolare riguardo per le città di Scalea, Sangineto e Diamante.

 

Controlli a tappeto

Le operazioni rientrano nel programma governativo "Strade Sicure" e i militari del 24° Reggimento Artiglieria Terrestra ‘Peloritani’ di Messina stazioneranno in tutte e tre le località, coprendo dei turni che vanno dalle ore 19.00 alle 7 di mattina durante il week-end, mentre da lunedì a giovedì dalle ore 21.00 alle 3 di notte.

 

Paura di una nuova ondata di contagi

Il piccolo focolaio di Santa Maria del Cedro e l'arrivo dell'esercito sono certamente episodi scollegati, ma proprio i recenti fatti di cronaca hanno messo in evidenza quanto sia importante tenere sempre alta l'attenzione e osservare incondizionatamente le norme di igiene e sicurezza. La vicenda impone anche una riflessione sulla gestione della pandemia negli ospedali pubblici, dove l'uomo oggi positivo al coronavirus, è passato indisturbato per alcuni giorni, senza subire alcun tipo di controllo anti-Covid. 

 

Da due mesi in Calabria

L'uomo che ha fatto scattare l'allarme Covid, attualmente ricoverato nel reparto di Malattie Infettive di Cosenza, è un 70enne campano che con la famiglia trascorre da sempre le vacanze sulla costa tirrenica, rimanendovi per tutto il periodo estivo. Secondo quanto riferisce il sindaco della cittadina, Ugo Vetere, i turisti erano arrivati all'inizio di giugno scorso, subito dopo la fine del divieto di entrare in altre regioni. Questo è tutto ciò di cui si ha certezza, perché a un certo punto le versioni ufficiali sembrano entrare in contrasto. Il primo cittadino, informato certamente da fonti sanitarie, riferisce, ancora, che l'uomo sarebbe stato sotto osservazione anche nei giorni precedenti e che non avrebbe mai lasciato la sua abitazione. Luciano Tramontano, direttore dell'ospedale di Praia a Mare, riferisce invece che il paziente sarebbe stato ricoverato nella struttura che dirige per sintomi non ascrivibili all'infezione da coronavirus e ammette che è stato sottoposto all'esame del tampone solo per caso, quando un medico ha appurato che un parente dell'uomo, residente a Napoli, era già risultato positivo.

 

Personale sanitario in quarantena

Non è dato sapere perché all'ospedale di Praia a Mare ai pazienti ricoverati non venga effettuato il test nasofaringeo, come succede invece nelle altre strutture, fatto sta che ora il personale sanitario che ha avuto il paziente in cura si trova isolamento domiciliare. I primi tamponi sono risultati tutti negativi, ma è chiaro che si dovranno attendere 15 giorni prima di avere certezza di aver scampato il pericolo. Intanto, nel nosocomio si sta effettuando la sanificazione dei locali e pertanto, per tutta la durata, interi reparti resteranno chiusi e molti servizi sospesi. Si tratta di un disagio gravissimo, considerato che in questi giorni la popolazione della costa tirrenica è quintuplicata.

 

Il passaggio dal pronto soccorso di Cetraro

Andando a ritroso nella vicenda, si scopre ancora che il 70enne alla fine di luglio avrebbe già accusato un malore e che sia andato a farsi visitare al pronto soccorso dell'ospedale Giannino Iannelli di Cetraro. Qui i medici lo avrebbero sottoposto ad alcuni controlli, senza tuttavia accorgersi, forse a causa della mancanza di sintomi, della presenza del virus. Anche per i camici bianchi cetraresi è stata disposta la quarantena obbligatoria e anche qui i disagi sono diventati numerosi, dal momento che la struttura da mesi versa in condizioni di grave carenza di personale.