VIDEO | Protesta bipartisan a Cosenza. Un documento esprime preoccupazione «per le scelte che rinviano sine die la realizzazione dell’infrastruttura». Chiesto un confronto con Governo e Regione. E Papasso invoca il raddoppio del Sibari-Bolzano
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Una lotta politica per il territorio, sulla carta senza alcuna differenza tra destra e sinistra. All’invito di Franz Caruso e Mimmo Lo Polito, sindaci di Cosenza e Castrovillari, hanno risposto una trentina di primi cittadini della provincia pronti a rivendicare collettivamente l’Alta Velocità sul tratto Praia-Tarsia. Spiccava l’assenza di Flavio Stasi, con lo Ionio rappresentato principalmente da Gianni Papasso. In platea quasi tutti amministratori di centrosinistra, e uno di centrodestra: Gregorio Iannotta di San Vincenzo La Costa. Quest’ultimo ha chiesto, prendendo il microfono, di voler aderire alla battaglia se scevra di bandiere e con la finalità immediata di convocare con Regione e Provincia un tavolo di confronto.
No al tratto tirrenico dell’Alta Velocità
La riunione ha prodotto un documento politico in cui si esprime «profonda preoccupazione per le scelte di RFI che rinviano sine die la realizzazione dell’AV in Calabria». Hanno espresso il timore «per nulla infondato» che il tracciato possa fermarsi in Basilicata, «eventualità che si pone in netto contrasto con il Ponte sullo Stretto». «I programmi di RFI sono confusionari e la dimostrazione che si intenda procedere a danno di Calabria e Sicilia - viene evidenziato - è stato mettere in discussione uno studio di fattibilità di 35 milioni che prevedeva anche lo scalo di Tarsia».
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Lo studio a cui si fa riferimento esclude la dorsale tirrenica per la conformazione orografica e geografica del territorio. «Il passaggio Praia-Tarsia - si legge – in passato è stato definito ottimale e su esso sono stati spostati dai precedenti due governi fondi del Pnrr e complementari. Oltre ad 1.8 miliardi del Pnrr fu infatti approvato un successivo finanziamento di 9.4, quasi per metà destinati proprio al tratto Praia-Tarsia. Le scelte di tale percorso sono state ora cancellate da RFI».
Nella relazione finale del dibattito pubblico, infatti, si è fatto presente che i fondi non basterebbero ad arrivare nemmeno fino a Praia.
Qualcosa di intollerabile per chi oggi si è riunito a Palazzo dei Bruzi. «Grave che tacciano Salvini e il Governo nazionale e che Occhiuto dia un’adesione passiva». Da qui la richiesta dei sindaci di un immediato confronto con Roma e con la Cittadella regionale nazionale e di una moratoria che possa garantire del tempo per una pianificazione collettiva.
Le posizioni nette dei sindaci
«Il nostro Governatore ha fatto come Ponzio Pilato lavandosene le mani, rimandando ad RFi le scelte – ha tuonato Caruso -. Lì mi sono indignato, perché si tratta di una decisione politica nell’ambito di una visione di sviluppo. La scelta di andare sul Tirreno non porterà l’AV in Calabria perché i fondi non sono sufficienti e non c’è la volontà di realizzarla».
Mimmo Lo Polito ha rilanciato il concetto che il tratto Praia-Tarsia «sia un punto baricentrico della provincia di Cosenza rispetto a tutti territori». «Rappresentava la possibilità di arrivare in due ore in tutto il Meridione - ha detto -. Mentre spendiamo soldi per il Ponte sullo Stretto di Messina, che non so se si farà, dobbiamo pensare anche alla mobilità del resto della Calabria».
Roberto Musmanno, ex assessore della giunta Oliverio, aveva seguito sul nascere il progetto. «È stato sempre osteggiato - ha ricordato - tanto che Del Rio disse che i volumi di traffico non giustificavano un intervento di 50 miliardi tra Calabria e Sicilia. Quindi a suo avviso si sarebbe dovuto intervenire solo sulla velocità con investimenti più contenuti. Oggi, secondo me, RFI è in grado di realizzare il collegamento tra Praia e Tarsia e non capisco come un problema di natura idrogeologica non possa essere superato da una variante. Lo snodo di Tarsia è quello più importante per il nostro territorio: non c’è altra infrastruttura che abbia una potenzialità simile dal punto di vista economico».
Il docente dell’Unical Demetrio Carmine Festa è andato dritto al punto: «Alla Calabria il tracciato sul Tirreno non è sufficiente ed è costoso. Lagonegro-Praia sarebbero 26 km di galleria, Praia-Paola altri 50 km pieno di altre gallerie. E ci dicono che non se ne può fare una sul Pollino? Il timore è che ci si fermi a Praia e buonanotte». Gli ha fatto eco il professore Luigi Martirano della Sapienza parlando di «un’occasione fondamentale e irripetibile».
Per Enza Bruno Bossio «non è una battaglia legata solo al miglioramento delle infrastrutture della Calabria, ma di natura culturale». «Nel 2013 – ha ricordato - mi ritrovai in commissione a discutere con RFI e poi anche con i ministri del PD Del Rio e Provenzano. Ritenevano che senza domanda da parte dell’utenza, fosse inutile adeguare i finanziamenti e che 3 miliardi fossero sufficienti. Come è cambiata la narrazione? Con l’evento drammatico del Covid. Il Pnrr dice che laddove la domanda è più debole, va sollecitata con l’intervento dello Stato per colmare divari di genere e territoriali. Si scelse quindi la rete ferroviaria dentro un ragionamento di sostenibilità. Fummo fortunati in ciò perché la ministra De Micheli sposò l’idea, così come l’allora AD di RFI Gentile. Venendo al presente, la verità è che a questo Governo e a questa Regione dell’AV non gliene importa nulla. Dalle notizie in mio possesso, pare che non arriveranno neppure alle porte della Calabria. Ad ogni modo, che interesse ha il Tirreno a farsi devastare il territorio?».
La richiesta di un raddoppio del treno che da Sibari va verso il nord
Il primo cittadino di Cassano all’Ionio, Gianni Papasso, ha svelato infine di aver avuto un’interlocuzione con RFI. «Il treno Sibari-Bolzano è di un’importanza enorme per l’intero Ionio. E’ sempre pieno e pensavamo che un raddoppio fosse conseguenza naturale. Con altri colleghi sindaci abbiamo chiesto quindi che collegamento Milano-Taranto arrivasse Sibari dalla dorsale adriatica. Mi è stato risposto inizialmente che non è possibile per le rotaie, ma poi che sarebbe fattibile con un dispendio maggiore. Tornando al tema della riunione odierna - ha concluso - ormai sta prendendo piede l’idea che a Tarsia non arriverà nulla e che quindi si spaccherà ancora di più la Calabria».