Il consigliere regionale punta il dito contro l’immobilismo della Regione che non ha avviato nessuno dei 165 interventi previsti per mitigare il rischio idrogeologico, tra cui anche quello sul torrente Cantagalli che ha trascinato via un'intera famiglia
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Che fine hanno fatto i 320 milioni di euro stanziati per 165 interventi di mitigazione del rischio idrogeologico? All’indomani della nuova tragedia che ha spazzato via un’intera famiglia nel lametino, se lo chiede il consigliere regionale Carlo Guccione, che lancia accuse precise di immobilismo all’indirizzo della Regione e del commissario straordinario per la realizzazione degli interventi, cioè lo stesso presidente Mario Oliverio.
«Quello che oggi indigna – afferma Guccione - è constatare che alla politica degli annunci, ancora una volta, non sono seguite azioni concrete. Non è stato realizzato alcun cantiere nonostante fossero a disposizione oltre 320 milioni per la mitigazione del rischio idrogeologico e dell’erosione costiera. E a rimetterci sono i calabresi e questa nostra terra».
Il consigliere, da tempo in rotta di collisione con il presidente della Regione, ricorda che nel 5 febbraio del 2018 aveva presentato un’interrogazione urgente al governatore «per sapere quali interventi urgenti fossero stati fatti a distanza di sette mesi dall’approvazione della delibera numero 355 del 31/07/2017 che stanzia 320 milioni per oltre 165 interventi», impiegando i fondi europei destinati a questo settore.
«Con rammarico - commenta - devo constatare che oggi, a distanza di un anno e mezzo, la situazione non è cambiata, nonostante avessi sottolineato anche attraverso l’interrogazione, che questi interventi se non realizzati tempestivamente possono risultare inutili dalla modificazione dei luoghi e dall’aggravarsi degli eventi.
Al momento ancora nessuno dei 165 interventi è stato cantierizzato e sulla vecchia programmazione della Apq Difesa del suolo ed erosione costiera restano da utilizzare oltre cento milioni di euro (anche in questo caso non è partito alcun cantiere)».
Guccione, inoltre, sottolinea che molti degli interventi previsti erano programmati proprio nelle zone colpite negli ultimi giorni dalla devastante ondata di maltempo, a cominciare dal torrente che giovedì sera ha sterminato un’intera famiglia.
«Se scorriamo gli elenchi - evidenzia - molti sono quelli che dovevano essere realizzati nelle aree che sono state colpite in questi giorni dall’ondata del maltempo che ha provocato alluvioni, frane, esondazioni e crolli di ponti. In particolare per quel maledetto torrente Cantagalli, dove ha perso la vita una mamma con il figlio di sette anni, era previsto un intervento di circa 2 milioni di euro per la mitigazione del rischio idrogeologico».
Infine, il consigliere regionale ricorda che il presidente della Regione, «in base all’articolo 10 del decreto legge del 24 giugno 2014 numero 91 per come convertito nell’articolo 10 della legge 117/2014 ha assunto le funzioni di commissario straordinario delegato per il sollecito espletamento delle procedure relative alla realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico da effettuare nel territorio della Regione Calabria».
«Ma ad oggi - conclude - ha svolto questo ruolo con scarsissimi risultati. È trascorso oltre un anno e mezzo dall’approvazione della delibera ma il Commissario straordinario per la realizzazione degli interventi per la difesa del rischio idrogeologico non è stato ancora in grado di cantierizzare nessun intervento, nonostante sia notorio che il 99.8% dei comuni calabresi presenta aree esposte a pericolo di frane o alluvioni. Su 15.222 chilometri quadrati della superficie totale, secondo un ultimo dossier di Legambiente, 914,1 è a pericolosità sia da frana che idraulica; 347,8 a pericolosità frana e 576,3 a pericolosità idraulica».